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Tredici condanne: si chiude così il processo per lamianto alla Olivetti di Ivrea, che ha visto alla sbarra gli ex vertici dellazienda. Cinque anni e due mesi sono stati inflitti ai fratelli Carlo e Franco De Benedetti, riconosciuti colpevoli di lesioni colpose e omicidio colposo per i casi di malattia da amianto di dieci ex dipendenti dellazienda piemontese. Per loro i pm Laura Longo e Francesca Traverso avevano chiesto, rispettivamente, sei anni e otto mesi e sei anni e quattro mesi.Il giudice Elena Stoppini ha pronunciato sentenza di condanna anche per lex amministratore delegato della Olivetti, Corrado Passera, al quale sono stati inflitti un anno e 11 mesi. Assolti Camillo Olivetti perché il fatto non costituisce reato, Onofrio Bono e Roberto Colaninno, accusato di un solo caso, che hanno gestito la società dopo De Benedetti. Ora per le famiglie e associazioni si prevedono circa 2 milioni di euro di risarcimento, che saranno le persone condannate, nonché Telecom Italia spa, considerata responsabile civile per le morti di amianto, a dover pagare. Il tutto mentre le indagini vanno avanti: linchiesta Olivetti bis, su altri casi di morte, è alle battute finali. Per il giudice, che ha sposato la tesi della procura di Ivrea, gli imputati sapevano dellamianto e non hanno fatto nulla. Quellamianto che si respirava negli ambienti di lavoro, soprattutto a causa del talco industriale alla tremolite. «Erano morti che si potevano evitare», ha commentato il pm Longo, soddisfatta per lesito del processo ma, al tempo stesso, amareggiata per la tragedia. «In Olivetti, a differenza di altre realtà aziendali ha infatti affermato -, lamianto si è continuato a usare fino a metà degli anni 90».«Manifestamente infondate le richieste dellaccusa», ha commentato subito dopo la lettura della sentenza Carlo De Benedetti, che si è detto «stupito e molto amareggiato» e intenzionato a fare ricorso in appello. «Sono stato condannato per reati che non ho commesso ha continuato -, come ha dimostrato lampia documentazione prodotta in dibattimento sullarticolato sistema di deleghe vigente in Olivetti e sul completo e complesso sistema di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, da me voluto e implementato fin dallinizio della mia gestione». I servizi di sicurezza dellazienda, ha aggiunto De Benedetti, non avrebbero «mai segnalato situazioni allarmanti o anche solamente anomale» e i monitoraggi aziendali «hanno sempre riscontrato valori al di sotto delle soglie previste». Una sentenza «profondamente ingiusta» anche per Guido Carlo Alleva, legale dellex ministro Corrado Passera, che ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato nellultimo periodo contestato dallaccusa. «Non cè nessuna prova che le esposizioni allamianto siano avvenute in questa epoca ha sottolineato il legale - e non cè nessuna prova di un suo comportamento omissivo».Lindagine è partita dopo la condanna di un ex dirigente dellazienda, a novembre del 2012. La Corte dappello di Torino aveva infatti messo nero su bianco unaffermazione pesante: «a Ivrea violati i principi basilari della sicurezza e igiene del lavoro». Nel 2013, dunque, sono state segnalate una ventina di morti sospette dopo il pensionamento di alcuni dipendenti, tra il 2008 e i primi mesi del 2013. Quelle persone avevano lavorato a contatto con il silicato cancerogeno, tra gli anni 70 e gli anni 90, e si erano ammalate di mesotelioma pleurico, una forma tumorale tipica nelle persone rimaste esposte allamianto.