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I difensori di Pietro Genovese, il 20enne accusato di avere investito ed ucciso le due 16enni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli mentre attraversavano Corso Francia a Roma nel dicembre scorso, hanno depositato la richiesta di patteggiamento a due anni e mezzo. La proposta, presentata dagli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, è subordinata alla sospensione della pena. Se il pm Roberto Felici dovesse dare parere negativo, allora Genovese chiederebbe il rito abbreviato, condizionato all’ascolto di un testimone. Il giovane è accusato di omicidio stradale plurimo. Per lui la Procura aveva chiesto ed ottenuto il giudizio immediato e il processo era stato fissato al prossimo 8 luglio. Sulla richiesta di rito alternativo dovrà ora esprimersi un nuovo gip che fisserà udienza nelle prossime settimane. L’incidente stradale avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 dello scorso dicembre a Corso Francia a Roma, costato la vita alle due studentesse sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli «era pienamente prevedibile ed evitabile. La sua causa è da imputare esclusivamente in termini di colpa a Pietro Genovese». È quanto si legge nella consulenza depositata dal legale della famiglia di Camilla, Cesare Piraino. Genovese, 20 anni, figlio del regista Paolo, è accusato di omicidio stradale plurimo. Secondo i periti, «vi erano ampi margini di arresto in tempo anche con velocità significativamente superiore al limite esigibile e addirittura indipendentemente da dove si posiziona il punto di investimento, sia sulle strisce pedonali dove è in effetti accaduto, che 14 metri oltre dove mlo posizione erroneamente il consulente della Procura». «Genovese procedeva a velocità oltre il doppio del normale esigibile per le condizioni a contorno, omettendo di adeguare le scelte a fronte di un contesto di prevedibile pericolo - si legge - e non concedendo la precedenza ai pedoni già in fase di attraversamento avanzato».