Le hanno dato della poco di buono, sei una prostituta, le dicevano. Poi giù di botte, fino a vederla al suolo e poi in ospedale con una prognosi di dieci giorni. Non solo una storia tra quindicenni, quella terminata con una denuncia e un’indagine del tribunale dei minori per stalking e lesioni aggravate in concorso per tre ragazzine.

Siamo in una scuola del modenese, dove una quindicenne, di origine marocchina, decide di togliere il velo imposto dalla sharia. I genitori sono d’accordo, lei stessa si confronta con le amiche, per sapere se è più carina con i capelli liberi. Magari sogna che un giorno un ragazzino glieli potrà accarezzare. Ma ci sono tre compagne di scuola, pure loro marocchine, in agguato. Cominciano a darle il tormento.

Per mesi lei si fa accompagnare a scuola dalla sorella maggiore, comincia ad avere crisi di panico. Il suo voler essere uguale alle ragazze del mondo in cui vive, che indossano jeans e felpe senza costrizioni, la fa sentire diversa agli occhi di quell’altro piccolo mondo ancora dominato dalla legge religiosa islamica.

Le tre ragazze iniziano a perseguitarla, si comportano da bulle, la trattano da prostituta. Non si sa, dalle notizie che escono sul Resto del carlino, se nella scuola qualche adulto non si sia reso conto di quel che stava accadendo. Finché dagli insulti le tre sono passate all’aggressione fisica, afferrando la campagna di scuola per i capelli, schiaffeggiandola e bastonandola fino a mandarla all’ospedale.

In seguito alla denuncia della ragazzina e della propria famiglia si è aperta l’indagine della procura dei minori di Bologna. E chissà se le tre bulle in fondo non erano solo invidiose di quelle libertà che a loro non erano concesse.