È l'unico intoppo in una marcia trionfale che dalla vittoria elettorale del 5 novembre lo porterà lunedì a varcare per la seconda volta la soglia della Casa Bianca. Per Donald Trump, la cerimonia di giuramento come 47esimo presidente degli Stati Uniti non si svolgerà più sulla scalinata occidentale del Campidoglio, davanti alla folla raccolta sul Mall, ma all'interno, nella Rotonda. Le previsioni meteo, che anticipano per il 20 gennaio un'ondata di freddo polare, ha sconvolto mesi di meticolosa pianificazione.

Il presidente uscente Joe Biden, i membri del Congresso e alcuni altri dignitari e ospiti stranieri illustri, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni che lunedì volerà a Washington, potranno assistere alla cerimonia dall'interno della Rotonda del Campidoglio. Subito dopo il giuramento, Trump pronuncerà il suo discorso inaugurale e poi, come da tradizione, si recherà nella President's Room del Senato per firmare i suoi primi atti ufficiali. Contemporaneamente, Joe Biden saluterà definitivamente la Casa Bianca per fare posto al 47esimo presidente degli Stati Uniti.

L’indomani, il primo atto: la nuova amministrazione degli Stati Uniti guidata da Donald Trump è al lavoro per dare il via già martedì, un giorno dopo il suo insediamento come presidente, a un piano di espulsione di massa dei migranti irregolari. Il primo passo, secondo quattro persone a conoscenza dei piani che hanno parlato con il Wall Street Journal, sarebbe un raid su larga scala contro l’immigrazione a Chicago la prossima settimana.

L'US Immigration and Customs Enforcement invierà fino a 200 agenti per effettuare l'operazione che potrebbe durare tutta la settimana. Sempre secondo il Wsj, l'amministrazione Trump prenderà di mira gli immigrati clandestini con precedenti penali. Molti di loro hanno commesso reati minori, come violazioni alla guida.
Le fonti avrebbero precisato che "sarà preso" anche "chiunque dovesse trovarsi presente al momento dell'arresto, se anch'esso si trova nel Paese illegalmente". Lo staff del presidente eletto, inoltre, sarebbe intenzionato a organizzare deportazioni di massa analoghe in una serie di città che finora hanno adottato politiche tese a limitare la cooperazione con le autorità federali per quanto riguarda le politiche sull'immigrazione. Altre possibilità potrebbero essere New York, Los Angeles, Denver e Miami.