PHOTO
No, Donald Trump non stava scherzando quando in campagna elettorale parlava di deportazioni di massa dei migranti irregolari. La Casa Bianca ha pubblicato sui suoi profili social una foto che raffigura un gruppo di migranti scortati a bordo di un aereo cargo in attesa dell’espulsione. Una fila di persone in catene, con i piedi e il bacino legati. Ritratti insieme alla scritta: “La deportazione è iniziata”.
«Come promesso, il presidente (Donald) Trump invia un forte messaggio al mondo: chi entra illegalmente negli Stati Uniti affronterà serie conseguenze», si legge nella didascalia che accompagna l’immagine. In un precedente messaggio pubblicato ieri sera su X, l’ex Twitter, la Casa Bianca fa sapere che l’agenzia dell’immigrazione e delle dogane (Ice) ha condotto finora 538 arresti e ha confermato 373 fermi. Tra questi, quello di un individuo chiamato Magdaleno Zenen Hernandez Garcia, già condannato per abusi sessuali nei confronti di un minore di 14 anni. «Si tratta - commenta la Casa Bianca - di una piccola anticipazione del lavoro dell’amministrazione Trump sta facendo per mettere in sicurezza i nostri confini nazionali».
La “caccia al migrante” è cominciata subito, come annunciato il 20 gennaio nel discorso di insediamento. E nella valanga di provvedimenti firmati dal neo presidente Usa nel suo primo giorno nello Studio Ovale non poteva mancare il giro di vite sui migranti. Trump ha dichiarato subito lo stato di "emergenza nazionale" al confine meridionale del Paese, con il Messico quindi, dando il via all'uso di risorse e personale del Pentagono che saranno schierati e utilizzati per costruire il muro di confine. Interrotto anche l'utilizzo di un'app che consente ai migranti di notificare alla US Customs and Border Protection la loro intenzione di entrare negli Stati Uniti e di programmare appuntamenti con le autorità di frontiera per richiedere asilo.
Trump ha anche firmato un ordine che mira a ridefinire la cittadinanza per nascita, il processo attraverso il quale a tutte le persone nate negli Stati Uniti viene automaticamente concessa la cittadinanza americana. L'ordinanza, che si applica ai bambini nati dopo 30 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, si applica in circostanze in cui i genitori sono presenti illegalmente negli Stati Uniti e in situazioni in cui la madre si trova temporaneamente negli Stati Uniti, ad esempio con un visto, e il padre non è cittadino.