PHOTO
«Ci credete? Andrò ad Atlanta, in Georgia, giovedì per essere arrestato da un procuratore distrettuale della sinistra radicale, Fani Willis». L'annuncio di Donald Trump è stato pubblicato lunedì attraverso la sua piattaforma social Truth. Ora negli Stati Uniti in molti si chiedono quale sia il vero significato di questa decisione. Forse la constatazione che stavolta potrebbe essere davvero difficile sfuggire a un processo o magari l'ennesimo tentativo di trasformare in uno show a proprio vantaggio il dibattimento.
Trump infatti non è nuovo nel presentarsi come una vittima di supposti poteri dominati dalla sinistra. Una tattica che sta diventando un leit motiv che, almeno secondo alcuni sondaggi, in qualche modo sta pagando in termini di popolarità. Se questo è vero sarebbe dunque un boomerang per i democratici quello di eliminare il tycoon dalla corsa alla Casa Bianca per via giudiziaria. Solo che questa volta la situazione è un po’ diversa: non si tratta di molestie, fondi occultati, oppure il contraddittorio caso dei documenti che avrebbe portato via da Washington e poi nascosto nella sua residenza di Mar a Lago in Florida. Le accuse riguardano un tentativo di esercitare pressioni sulle autorità della Georgia nel 2020 per ribaltare il risultato elettorale che aveva visto trionfare Joe Biden.
Trump in ogni caso resterà libero grazie all'accordo raggiunto con il giudice della Corte Superiore della Contea di Fulton, Scott McAfee. Secondo i documenti del tribunale è stata fissata una cauzione di 200mila dollari che gli permette di rimanere in libertà prima del processo e, come testimonia la cronaca, di continuare a sparare bordate contro gli accusatori.
Il realtà l'accordo obbligazionario stabilirebbe, almeno in teoria, regole rigorose per il comportamento di Trump. A cui è vietato, ad esempio, di esercitare qualsiasi «minaccia diretta o indiretta» contro coloro che sono coinvolti nel caso ( altre diciotto persone). Inoltre, recita il testo dell'intesa che fissa la cauzione, «l'imputato non deve compiere alcun atto per intimidire qualsiasi persona a lui nota per essere coimputato o testimone in questo caso o per ostacolare in altro modo l'amministrazione della giustizia».
Trump non può comunicare con alcun testimone o coimputato sui fatti del caso se non attraverso il suo consulente legale. I termini dell'accordo riguardano non solo i rapporti tenuti di persona, ma anche i «post sui social media o i repost».
Un vero banco di prova visto che Trump è noto per usare la sua piattaforma Truth Social per criticare giudici, pubblici ministeri e testimoni nelle numerose cause legali che deve affrontare. E nel mirino ora c'è proprio Fani Willis, il procuratore distrettuale della contea di Fulton che guida il caso della Georgia. La macchina online dell'ex presidente ha cominciato da tempo l'opera di denigrazione, e, oltre a definirla un esponente dell'estrema sinistra, la descrive come «partigiano ribaldo» e addirittura «corrotto». Questo perché il procuratore Willis sta cercando di portare Trump alla sbarra fin dal marzo scorso, presentando le accuse ufficiali il 14 agosto.
La strategia dei pubblici ministeri è quella di usare il Racketeer Influenced and Corrupt Organization ( RICO) Act della Georgia. La legge è spesso usata nella lotta contro il crimine organizzato, non a caso i pm nell'atto d'accusa sostengono che Trump e i suoi alleati avrebbero messo in piedi una rete criminale per consentirgli di mantenere il potere. Tutto questo include anche le affermazioni che la vittoria di Biden sarebbe stata determinata da frodi elettorali mai provate. Secondo la pubblica accusa il tentativo repubblicano si è trasformato in una «cospirazione per cambiare illegalmente l'esito delle elezioni a favore di Trump».