È un processo importantissimo per il capitalismo americano e globale quello che si è aperto lunedì a Whashington e che ricorda quello subito nel 182 dal gigante delle telecomunicazioni costretto a rinunciare al controllo delle Bell Operating Companies, che fino a quel momento avevano fornito il servizio telefonico locale negli Stati Uniti e Canada.

Alla sbarra Mark Zuckerberg, padrone di Meta, accusato dall’agenzia antitrust Federal Trade Commission ( FTC) di aver acquisito Instagram nel 2010 per un miliardo di dollari e WhatsApp nel 2014 per 19 miliardi, non con l’intento di espandere legittimamente il proprio business, ma per impedire l’ascesa di potenziali concorrenti che avrebbero potuto minacciarne il predominio.

A sostegno della propria tesi, la FTC ha presentato documenti interni, tra cui diverse e- mail che confermerebbero chiaramente questo scenario. In una conversazione che risale al 2012, ad esempio, Mark Zuckerberg esprime preoccupazione per il «potenziale impatto» di Instagram nei confronti di Facebook (in particolare nella condivisione di immagini), definendolo addirittura «spaventoso». È in quel contesto che scrive: «Dovremmo considerare di spendere molti soldi per acquistarlo». E per salvare Facebook.

Una scelta che si è rivelata lungimirante: a 13 anni di distanza, Instagram conta due miliardi di utenti, solo un miliardo in meno rispetto a Facebook, mentre WhatsApp è diventata l’applicazione di messaggistica privata più utilizzata al mondo, con oltre due miliardi di connessioni mensili. L’avvocato della FTC Daniel Matheson ha impiegato parole durissime, paragonando Zuckerberg ai vecchi padroni del vapore: «Da oltre un secolo, la politica americana sostiene che le imprese debbano competere in un libero mercato per avere successo. Ma se siamo qui oggi, è perché Meta ha infranto questo principio. Ha deciso che la concorrenza era troppo dura e che fosse più facile acquistare i propri rivali piuttosto che sfidarli sul mercato».

Per sostenere le sue tesi, la FTC entra anche nel merito del servizio offerto dalle piattaforme dopo l’acquisizione, cercando di dimostrare come il monopolio di Meta si traduca in un’esperienza sempre più scadente per gli utenti, soprattutto in virtù dell’incremento esponenziale degli annunci pubblicitari avvenuto negli ultimi anni.

Il processo promette di trasformarsi in una lunga battaglia legale perché in caso di sentenza negativa Meta ricorrerà certamente in appello. Non essendo una causa penale né una classica causa per danni ma un procedimento antitrust che mira a ripristinare la concorrenza nel mercato, Meta non rischia multe dirette o sanzioni, ma un ordine di “scorporo forzato” delle sue aziende. In gioco c’è la possibilità concreta che Meta venga obbligata a separarsi da Instagram o da WhatsApp, o addirittura da entrambe le piattaforme, nello scenario peggiore. Naturalmente, l’azienda potrà appellarsi a un’eventuale sentenza sfavorevole, prolungando così ulteriormente i tempi di una scissione potenzialmente catastrofica. La FTC si mostra fiduciosa, anche sulla scia della vittoria ottenuta lo scorso anno in un caso simile contro Google. Se l’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin dovesse perdere in appello, sarà costretta a separarsi da Chrome, il browser più usato al mondo.

Meta, dal canto suo, ha preparato una difesa solida. Sostiene infatti che le sue piattaforme non rientrano più da tempo nella categoria dei “social network personali”, come invece vorrebbe far credere la FTC per invalidare l’acquisto di Instagram. Secondo l’azienda, Instagram e WhatsApp si avvicinano di più a piattaforme di intrattenimento come YouTube e TikTok. Inoltre, uno degli argomenti chiave della difesa è che fu proprio la FTC, nel 2010 e nel 2014, a dare il via libera alle acquisizioni ora contestate.

Gli avvocati di Zuckerberg oltre a ricordare come le acquisizioni di WhatsApp e Instagram furono approvate all’epoca dalle autorità per la concorrenza, hanno criticato le contraddizioni del governo che, da un lato si è dannato per impedire blocco dell’azienda cinese TikTok, promuovendone la vendita a soggetti americani, e dall’altro tenterebbe di smantellare un colosso nazionale come Meta.

Nonostante il rischio fondato di perdere le due piattaforme miliardarie, il team legale di Meta ostenta ottimismo, convinto che la FTC non sarà in grado di provare le sue accuse e in tal senso non hanno tutti i torti. Lo stesso giudice James Boasberg, che dovrà pronunciarsi sul caso entro due mesi, ha avvertito che la FTC «dovrà affrontare difficili interrogativi sulla fondatezza delle accuse mosse in tribunale».

Instagram ha oltre due miliardi di utenti ed è una delle principali fonti di entrate pubblicitarie dell’azienda. Nel 2024, Meta ha registrato 62 miliardi di dollari di utile netto, pari al 38% del fatturato (165 miliardi) mentre la capitalizzazione di mercato ha raggiunto i 1.380 miliardi di dollari. Mark Zuckerberg, con un patrimonio personale stimato in oltre 199 miliardi di dollari, è diventato il terzo uomo più ricco del mondo, dopo Elon Musk e Jeff Bezos.