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L’ex premier ed ex presidente russo Dmitri Medvedev si scaglia nuovamente contro l’Europa. L’Ucraina non potrà entrare nell’Ue prima «della metà del secolo» e se allora l’Ue fosse «scomparsa»?, si è chiesto su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa. «Che scandalo sarà dopo i sacrifici fatti sull’altare dell’adesione all’Ue e quale inganno per le aspettative degli sfortunati ucraini», ha proseguito Medvedev paragonando la prospettiva europea dell’Ucraina a quella della realizzazione, mai avvenuta, del comunismo in Urss. «Non è successo e l’Urss è crollata», ha commentato. Intanto, l'agenzia di stampa russa Tass ha riferito che diversi comandanti del battaglione ucraino Azov, che si sono arresi a Mariupol, sono stati portati nel centro detentivo di Lefortovo a Mosca. La Tass cita una fonte nelle forze di sicurezza, senza specificare le identità dei detenuti. Già in precedenza era stato rivelato che il vice comandante di Azov, Svyatoslav Palamar, chiamato "Kalina", e il comandante della 36esima brigata dei marines ucraini, Sergey Volynsky ("Volyn"), erano stati trasferiti in Russia. Secondo quanto riferito dalla Tass russa, Palamar, prima della guerra in Donbass, aveva già partecipato alle proteste a Maidan e alla Rivoluzione arancione nel 2004-2005. Volynsky è diventato un volto noto alla stampa internazionale per i suoi appelli al presidente americano Joe Biden, al Papa e al premier Boris Johnson durante l’assedio russo della fabbrica Azovstal. Sono oltre un migliaio i soldati ucraini catturati a Mariupol che sono stati trasferiti in Russia e un’altra parte dei prigionieri di guerra ucraini dovrebbe essere portato nella Federazione a breve, ha aggiunto la fonte alla Tass, sostenendo che potrebbero essercene più di 100 a Mosca, inclusi mercenari stranieri che si sono arresi alla Azovstal.