Il mediatore culturale curdo Abutalip Burulday, conosciuto col nome di Havel, immigrato in Italia dal 1997 e residente con la famiglia a Catania, è stato scarcerato dopo sette mesi di detenzione dal penitenziario di Piazza Lanza su disposizione del tribunale del riesame di Milano che, al termine di un lungo excursus giudiziario, ha ritenuto valide le richieste del legale, l’avvocato Giacomo Giuliano che, al termine di questa vicenda, ha dichiarato «Il mio assistito è stato scarcerato per insussistenza dei gravi indizi».

L’uomo ha potuto riabbracciare i propri cari in attesa del dibattimento cui sarà sottoposto insieme ad altri stranieri. Havel, nel maggio scorso era finito invischiato in un delicato intrigo internazionale con l’accusa della Procura di Milano di aver favorito un boss giunto in Italia dai Balcani. In favore di Abutalip Havel nel corso di questi mesi sono state raccolte in tutta Italia migliaia di firme che ne chiedevano la scarcerazione.

Tra queste c’è anche quella dell’ex tre volte sindaco di Riace, Mimmo Lucano, oggi europarlamentare per i Verdi- Sinistra. Secondo quello che emerge dalle indagini Havel, che ha alle spalle oltre vent’anni di professione come mediatore culturale a supporto di richiedenti asilo, sarebbe coinvolto in una inchiesta (che ha riguardato anche altre 18 persone) su presunti atti di terrorismo e in particolare sarebbe finito in manette per il supporto che avrebbe offerto al boss turco Baris Boyun, un “signore del crimine” dedito al terrorismo, traffico di droga e sfruttamento dell'immigrazione clandestina.

Secondo l'accusa proprio Havel, fino a pochi giorni fa rinchiuso in una cella, oltre a essere un interprete personale di Boyun sarebbe anche il suo prestanome per far giungere in Italia dalla Turchia somme di denaro di provenienza illecita. L’avvocato Giuliano, lette le carte e sentito il suo assistito, l’ha da subito pensata diversamente: «Il signor Talip da oltre 30 anni si trova in Italia ed è persona allo stato perbene che si è sempre spesa per fare il mediatore culturale oltre che il traduttore per conto di diverse Procure italiane.

Mai il mio assistito è stato raggiunto da notizia negativa, come se avesse tradito il suo mandato. Nel 2022 conosce Bayoun Boris, di cui mi ha detto, prima di allora, non conoscere nulla. Il signor Bayoun arriva in Italia e viene presentato al mediatore come un politico curdo perseguitato dal governo turco. Tra i due nasce un rapporto e a Havel viene chiesto di fare da mediatore e traduttore anche perché nel frattempo il signor Bayoun viene raggiunto da una richiesta di estradizione da parte della Turchia.

Ne viene fuori un procedimento penale per cui era necessario che qualcuno facesse da interprete e traduttore. Quindi il mio assistito ha fatto solo questo. Ora in tutte le intercettazione in cui figura il mio assistito mai si fa cenno a qualcosa di illegittimo e illegale di cui il signor Havel possa essere venuto a conoscenza per individuare la vera identità del boss». E l’avvocato Giuliano continua: «Invece, secondo la costruzione accusatoria il signor Havel, essendo componente della comunità curda, non poteva non sapere che il signor Bayoun fosse un noto criminale della Turchia. Ma il mio assistito ha più volte detto che da oltre 25 anni non mette piede in Turchia e non è a conoscenza dei fatti che accadono in quel paese».

«In un primo tempo mi sono rivolto al tribunale del riesame di Milano per ottenere la scarcerazione. Ma il tribunale ha rigettato. Quindi ho fatto ricorso in Cassazione chiedendo la scarcerazione del mio assistito per assenza della gravità indiziaria perché non c’erano secondo me indizi che si potessero qualificare gravi ai sensi della norma di legge. E poi anche perché non sussisteva una esigenza di reiterazione del reato e di nessuno dei reati fini, reati gravi come terrorismo spaccio, contrabbando… ma semplicemente c’era una mera partecipazione… La Cassazione ha infine annullato il provvedimento del riesame rinviando le carte al tribunale milanese. Pochi giorni fa, con grande soddisfazione, il Riesame di Milano è dovuto tornare indietro riconoscendo che tutti i “vulnus” che noi avevamo individuato nell’ordinanza erano fondati, concludendo la parte cautelare e disponendo la scarcerazione del mio assistito».

Il mediatore adesso sarà sottoposto a giudizio immediato. «Ma – aggiunge l’avvocato Giuliano - a fronte di una diversa e più articolata incolpazione provvisoria il decreto di giudizio immediato contemplerà relativamente al mio assistito solo l’imputazione di partecipazione semplice all’associazione criminale. Invece prima al signor Haver Abutalip contestavano sia la partecipazione alla associazione, sia il reato di autoriciclaggio che quello di ricettazione».