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Domenico Arcuri assicura che ci saranno mascherine per tutti gli italiani
Siamo in guerra. Ma le munizioni, a voler restare nella metafora, sono introvabili o distribuite in modo romanzesco. Adesso pare che lo Stato intenda affrancarsi dalla paradossale beffa inflitta finora agli italiani. Almeno così sembra dalle parole di Domenico Arcuri, commissario straordinario all'emergenza coronavirus: «A partire dalla settimana prossima», quella del 30 marzo, «noi contiamo di poter dare a tutti gli italiani che ne hanno bisogno un dispositivo di protezione individuale», dice a "In Mezz’ora in Più", la trasmissione di Lucia Annunziata su Rai 3. «Ieri abbiamo distribuito 3 milioni» di mascherine, annuncia il commissario straordinario, «nella prossima settimana contiamo di riuscire a incrementare questa dotazione. Ci servono 90 milioni di mascherine al mese», scandisce ancora Arcuri. Un dato che parrebbe sconfortante, ma ecco le rassicurazioni: «Abbiamo attivato tutti i canali, abbiamo censito oltre 100 aziende pronte a partire» per produrre mascherine, «noi vogliamo dimostrare che se la Cina in due settimane riesce a fare un’ospedale, noi in poche settimane riusciamo a contribuire con una produzione nazionale che oggi non c’è, a risolvere questo grande problema». Nel dettaglio, chiarisce ancora il commissario straordinario all'emergenza, «centottanta aziende della Camera della Moda si sono messe insieme spontaneamente e produrranno due diversi tipi di mascherine. Ci dicono che riusciranno a produrne 2 milioni al giorno». In tal modo sarà possibile innanzitutto consentire che «da domani o al più tardi da martedì, tutte le regioni abbiano le mascherine che servono per la parte più critica di questa emergenza: medici, operatori sanitari, malati». A proposito di presidii ospedalieri, Arcuri, nel suo intervento a "In mezz’ora in più", chiarisce anche che «oggi distribuiremo 150 ventilatori. In un giorno il 30 per cento di quanti sono stati distribuiti finora. Dalla prossima settimana ne distribuiremo quantità ancora più importanti. «Noi siamo in guerra», ha concluso poi il commissario, «devo trovare le munizioni per far sì che questa guerra il nostro Paese la vinca prima e meglio degli altri».