Dopo i funerali di Papa Francesco, osservato il periodo di lutto per la dipartita del Pontefice, i cardinali inizieranno a lavorare per la successione al Soglio di Pietro. Un’operazione che si intreccia con la tradizione, le innovazioni volute nel corso del suo pontificato da Jorge Mario Bergoglio e una distribuzione variegata per aree geografiche dei cardinali elettori, frutto, probabilmente, di una attenzione verso parti del mondo in cui la fede potrà rifiorire o affermarsi.


Nei suoi dodici anni in Vaticano Papa Francesco, in un mondo fortemente polarizzato, caratterizzato dalla “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, ha opposto al pericolo delle armi di distruzione di massa l’arma di costruzione di massa: i valori del Vangelo. Anche della geopolitica papale, oltre ai valori dottrinali e a come la Chiesa cattolica intende essere presente in ogni angolo della Terra, si dovrà tenere conto in vista dell’imminente appuntamento sotto gli affreschi del “Giudizio universale”. Circolano in questi giorni tanti nomi di “papabili”; non sono pochi i vaticanisti che prevedono un Pontefice italiano. L’ultimo fu nel 1978 Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani.


Il porporato che eleggerà il nuovo Papa


Gli elettori che si riuniranno in Conclave sono 135 e la loro provenienza da 71 Paesi di tutti i continenti dimostra l’importanza di quei “polmoni del cattolicesimo” spesso evocati dal Papa venuto dalla “fine del mondo”. I cardinali europei sono i più numerosi: 53. Dall’altra sponda dell’Atlantico provengono 37 porporati (16 dall’America del Nord, 4 dall’America Centrale e 17 dall’America del Sud). L’Africa conta 18 cardinali elettori, l’Asia, dopo l’Europa, ha il numero più consistente, 23. Infine, dall’Oceania giungeranno in Vaticano 4 cardinali.

Gli elettori italiani rappresentano il gruppo più numeroso, 19, compresi il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, e Giorgio Marengo, uno dei più giovani cardinali della Chiesa cattolica, prefetto apostolico di Ulaanbaatar, capitale della Mongolia. A seguire la rappresentanza statunitense con 10 cardinali elettori (7 sono i brasiliani, 4 gli argentini e gli indiani, 3 dalle Filippine e 1 dalla Cina).
La componente “occidentale” farà la differenza per l’elezione del prossimo Papa? Non è escluso. In questo contesto, a proposito degli italiani, va detto che nella Cappella Sistina, in attesa della fumata bianca, ci sarà il vescovo di Como Oscar Cantoni (classe 1950), mentre sarà assente Mario Delpini - non è stato creato cardinale - per la diocesi più vasta d’Europa, quella di Milano. Anche il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, non parteciperà al Conclave non essendo una berretta rossa. In molti si chiedono se il Collegio cardinalizio avrà la capacità di darsi con il nuovo Papa una prospettiva a lungo termine, facendo ricadere la scelta su un cardinale non anziano, anzi giovane.


Giorgio Marengo, così lontano così vicino


“Asia, polmone cattolico” è stata una definizione ricorrente durante l’esperienza bergogliana. Papa Francesco ha riposto grande attenzione e fiducia in questo continente. Nell’estate 2023 il Pontefice argentino visitò la Mongolia. Qui risiedono quasi 3 milioni e mezzo di abitanti e la comunità cattolica, nata nel 1994, è a dir poco minuscola con le sue 1.300 persone. A guidare i cattolici di Mongolia è il cardinale Giorgio Marengo, nato a Cuneo il 7 giugno 1974. La curiosità verso popoli lontani e la forza della fede che può arrivare ovunque hanno caratterizzato gli studi di Marengo, il quale dal 2000 al 2006 ha frequentato la Pontificia Università Urbaniana, conseguendo la licenza e il dottorato in Missionologia.

Il 2 aprile 2020 Papa Francesco lo ha nominato Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), con carattere vescovile, assegnandogli la sede titolare di Castra severiana. Una carriera ecclesiastica a passo spedito quella di Giorgio Marengo. Bergoglio lo ha creato cardinale nel Concistoro del 27 agosto 2022. Nel viaggio apostolico di due anni fa Papa Francesco ebbe modo di guardare negli occhi quasi tutti i fedeli cattolici della Mongolia, un migliaio, radunatisi per accoglierlo festanti. Il cardinale Marengo farà parte del collegio cardinalizio, a differenza degli arcivescovi di Parigi e di Los Angeles che invece non parteciperanno all’elezione del nuovo Papa.

In una intervista a Vatican News, pochi giorni prima dell’arrivo di Bergoglio in Mongolia, il prefetto apostolico di Ulaanbaatar si espresse sulle grandi aspettative per il viaggio apostolico: «La Chiesa dell’Asia Centrale è come un piccolo germoglio di un fiore che cresce nella steppa. È un segno di amore e un miracolo di fede, una testimonianza tramandata di generazione in generazione, come ad esempio in Kazakistan, anche in tempi difficili di persecuzione e altre difficoltà. Questo è un segno della fedeltà del Signore a questa Chiesa e alla Chiesa universale. La presenza della Chiesa cattolica in questi Paesi è solitamente piuttosto discreta, numericamente ridotta, ma costante, fedele e in una certa misura qualitativa, il che probabilmente attira anche l’attenzione del Papa. Con semplicità e senza inutili rumori, i credenti di questi Paesi offrono alla Chiesa universale la bellezza della nostra fede». Il successore di Bergoglio potrebbe venire nuovamente dalla “fine del mondo”?


Torinese con origini lucane e vicino ai lavoratori*


Un altro giovane cardinale elettore è Roberto Repole, nato a Torino il 29 gennaio 1967 da genitori lucani (originari di Rapone, in provincia di Potenza) e arcivescovo del capoluogo piemontese. Repole è entrato in seminario all’età di undici anni. Il 19 febbraio 2022 è stato nominato da Papa Francesco 95º arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa, unendo così in persona episcopi le due sedi. Il 7 maggio successivo Repole ha ricevuto l’ordinazione episcopale. Nel settembre 2022, il Consiglio episcopale permanente della Cei lo ha nominato membro della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università. Nell’ottobre 2022, è stato eletto vicepresidente della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta. È stato creato e pubblicato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del 7 dicembre 2024.
Da sempre Repole è un osservatore attento ai cambiamenti economici e sociali di Torino, un tempo capitale europea dell’auto, e non ha fatto mai mancare il proprio sostegno ai lavoratori della ex Fiat e dell’indotto. All’inizio dello scorso mese di marzo, l’arcivescovo di Torino è stato nel complesso industriale di Mirafiori. In quella occasione ha sottolineato la necessità di preservare i posti di lavoro.

«Ho visitato – ha detto - gli stabilimenti di Mirafiori, così importanti per Torino, con il desiderio di incoraggiare tutte le azioni che possono essere compiute nella prospettiva del loro rilancio, dopo anni di crisi e lavoro a singhiozzo. Credo che oggi la nostra città, senza rinunciare a farsi domande e a esprimere preoccupazione in questi tempi di incertezza, debba sostenere con fiducia gli sforzi di Stellantis, che si è impegnata a non abbandonare Torino e a sviluppare Mirafiori. Ho sempre incoraggiato Stellantis a compiere questo percorso cercando la massima collaborazione e disponibilità alla verifica con i diversi soggetti sociali. Oggi aggiungo che apprezzo molto lo sforzo di riavviare il rilancio: ho constatato che la fabbrica si sta attrezzando, ho incontrato lavoratori e dirigenti che mi paiono lavorare tutti per questo obiettivo. Dietro ci sono migliaia di famiglie. Alla fine, ciò che conta davvero è la loro vita e il loro futuro».


Una curiosità


Il cardinale più anziano (non elettore) è Angelo Acerbi. Si tratta di un diplomatico vaticano di lungo corso. Acerbi è stato Pro-nunzio apostolico in Nuova Zelanda e delegato apostolico nell’Oceano Pacifico. San Giovanni Paolo II lo ha inviato come Nunzio in Colombia. Nel Paese sudamericano, assieme ad altri diplomatici, fu ostaggio per sei settimane dei guerriglieri del “Movimiento 19 de Abril”. Successivamente è stato inviato in Ungheria, Moldavia e nei Paesi Bassi. Acerbi è stato creato cardinale da Francesco il 7 dicembre 2024. Subito dopo il conferimento della berretta rossa, ha commentato: «Credo che il Papa abbia voluto dare un segno di apprezzamento e di riconoscimento per il servizio che tanti vecchi e nuovi Nunzi e il personale delle Nunziature stanno svolgendo nel mondo». Il cardinale Acerbi compirà 100 anni il 23 settembre.