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Migliaia di persone hanno preso parte alla manifestazione a Roma a sostegno della Palestina e che, nel manifesto degli organizzatori, definiva il 7 ottobre scorso come «l’inizio della rivoluzione». Per questo e per altre allusioni contenute nel documento la Questura non aveva dato il proprio avallo, decisione poi confermata dal Tar, ma la manifestazione si è tenuta lo stesso, pur rimanendo circoscritta nel perimetro di piazzale Ostiense.
In ogni caso, la manifestazione si è svolta piuttosto pacificamente fino a che ne è stata dichiarata la fine e a quel punto un gruppo di incappucciai si è staccato e ha cercato lo scontro con la Polizia che presidiava le vie d’accesso alla piazza. Da lì sono partiti scontri con gli agenti, lancio di sassi e fumogeni, bastonate.
La polizia ha risposto con manganelli e idranti, che dopo diversi minuti hanno disperso la folla. Tra gli slogan gridati dai manifestanti «Israele assassino», «Giorgia Meloni assassina» e «Palestina libera dal fiume al Mare», cioè dal Giordano al Mediterraneo dunque senza la presenza di Israele. Alla fine si conteranno 24 feriti tra le forze dell’ordine e 38 fogli di via.
Lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva detto nei giorni scorsi di non poter «far finta di niente» di fronte alle allusioni violente contenute nel manifesto, e lungo tutto il perimetro della piazza sono stati schierati circa 1500 agenti. In tarda mattinata sono stati chiusi tutti gli accessi alla piazza, nella quale si poteva entrare solo dopo l’identificazione. Diciannove persone nelle fasi iniziali sono state fermate e portate in Questura.
Più volte si è alzato il grido «Corteo, corteo» ma, pur muovendosi lentamente, la manifestazione non è mai uscita oltre il perimetro di piazzale Ostiense. Presenti i Giovani palestinesi italiani, bandiere di Palestina, Libano e Iraq, anche alcune bandiere di Hezbollah. Negli scorsi giorni l’Associazione dei palestinesi di Roma e del Lazio si era distaccata dalla manifestazione annunciano di voler scendere in piazza sabato prossimo, proprio per evitare possibili incidenti.