Si sono concluse le esequie di Stato laiche del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. La cerimonia nell’Aula della Camera, con le parole del figlio Giulio, della nipote Sofia, e poi ancora di Gianni Letta, Paolo Gentiloni, del cardinal Ravasi.

Le parole di Gianni Letta su Napolitano

«Quando scompare una personalità come Giorgio Napolitano la perdita è di tutti, tocca e riguarda tutti coloro che hanno a cuore le istituzioni, e lo dimostra quest’aula nella composizione che oggi ha offerto a tutti noi». Così Gianni Letta, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e presidente di Civita, intervenendo alle esequie di Stato laiche del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, in corso nell’Aula della Camera dei deputati. «Tutti – ha aggiunto – ci inchiniamo reverenti per rendere omaggio alla sua memoria, di un uomo che ha amato l’Italia. Ci stringiamo alla sua famiglia».

«Di fronte a un lutto che definirei repubblicano, non ci sono divisioni di sorta. Travalica ogni considerazione di parte, non cancella ma supera ogni divergenza, e annulla le distinzioni culturali, politiche, pure inevitabili in una figura come quella di Napolitano che prima di ricoprire con autorevolezza e prestigio le massime responsabilità istituzionali è stato per tanti anni protagonista di primo piano protagonista della vita politica e parlamentare italiana».

E ancora: «Giorgio Napolitano al Quirinale, Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. Due persone così lontane, due storie così distanti, due mondi opposti, due figure così diverse chiamate a lavorare insieme e a condividere le massime responsabilità dello Stato nel rispetto della volontà popolare. Poteva essere difficile quella convivenza e non fu sempre facile, non mancarono i momenti di tensione, anche forti, e neppure le polemiche, ma da tutte e due le parti non vennero mai meno la volontà e la forza di mantenere il rapporto nei binari della correttezza istituzionale». «Dopo Berlusconi, Napolitano, a tre mesi uno dall’altro. Mi piace immaginare che incontrandosi lassù possano dirsi quello che non si dissero quaggiù e, placata ogni polemica, possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce».

Si commuove Anna Finocchiaro

Si commuove Anna Finocchiaro ricordando il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. «Io che con lui ho lavorato a lungo, anche con tempestosi scambi di opinioni (io che, più che le tesissime telefonate, temevo le sue lettere, con scrittura tanto più puntuta e obliqua quanto più era arrabbiato con me), posso dire in piena coscienza alla sua famiglia, ai tanti che come me l’hanno profondamente rispettato e amato, ai suoi avversari che, anche con gli errori che sono dell’umano, il Presidente Napolitano ha speso la sua vita per l’Italia, ed ad essa appartiene la sua memoria», ha ricordato intervenendo in aula.

Il ricordo del figlio Giulio

«Non sopportava la demagogia, lo spirito di fazione, la riduzione del confronto politico ad urlo ed invettiva. La politica era inscindibile dalla vita privata e familiare, era il nostro orizzonte quotidiano. Ciò non gli impediva di essere un marito e un padre affettuosissimo» ha detto Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito della Repubblica Giorgio, intervenendo alle esequie laiche in ricordo del padre, in corso nell’aula della Camera.

La nipote Sofia

Commossa la nipote Sofia May Napolitano, nel ricordare il nonno.«Era un politico e un leader di grande valore ma anche un nonno formidabile e pieno di attenzione, premuroso e sempre esente per noi» ha dichiarato alla Camera. «Ascoltava i nostri problemi – ha detto nel suo intervento, un commosso ritratto familiare di Napolitano – in modo partecipe, cercando di offrire sempre una soluzione, nonostante fosse impegnato con i suoi problemi e quelli del nostro Paese». «Ci ha insegnato a combattere per i propri ideali – ha aggiunto – senza curarsi degli ostacoli. I consigli che ci ha dato ci fanno sentire fiducioso in noi stessi” e “orgogliosi di essere suoi nipoti. Il fatto che sia stato un nonno così eccezionale è testimone del grande uomo che fosse».