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È rimasto forse l’ultimo leader negazionista al mondo, alimentando così uno scontro politico molto duro nel suo Brasile. Il presidente Jair Bolsonaro è tornato a ripetere che Covid-19 è poco più che un’influenza, e ha chiesto in un intervento ufficiale in televisione di riaprire tutte le attività del Paese, andando contro la decisione del suo stesso ministro della Sanità. Bolsonaro ha attaccato la chiusura delle scuole e degli esercizi commerciali, esortato ad «abbandonare il confino di massa e il concetto di terra bruciata», criticando duramente tutte le autorità locali – dai sindaci cittadini ai governatori degli Stati – che hanno emanato ordinanze di chiusura per provare a rallentare la diffusione del contagio dell’epidemia del coronavirus Sars-CoV-2. Non è mancato l’accusa ai mezzi di comunicazione di «spargere il terrore». Per Bolsonaro la questione economica deve essere prioritaria, e per risolvere l’emergenza sanitaria bisogna puntare soprattutto sul clima tropicale, e non sul lockdown. Inoltre sostiene che il Brasile sarà sostanzialmente immune anche in virtù della giovane età dei suoi abitanti, a differenza dell’Italia per la quale nei giorni scorsi ha più volte ripetuto che l’alto numero di decessi deriva dall’alta incidenza di popolazione anziana.Il presidente ha accentuato le sue posizioni oltranziste dopo che il suo portavoce è risultato positivo al coronavirus e lui stesso ha dovuto sostenere il test, risultando non infettato (ma le cartelle cliniche sono secretate).Lo scontro è forte in Brasile, Paese colpito dall’epidemia anche se per ora un po’ meno di altri (2.500 contagiati e 57 decessi), forse anche per questioni climatiche – ma questa per ora è solo una speranza.Il ministero della Salute comunque sta seguendo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre le persone si mostrano preoccupate e stanno seguendo con cautela le istruzioni per isolarsi, tanto che anche dal Brasile circolano immagini di spiagge e strade completamente deserte. Molti quindi non la pensano come il presidente. E infatti in videoconferenza c’è stato un durissimo scontro fra Bolsonaro e il governatore di San Paolo, João Doria, lo Stato che sta pagando il prezzo più alto per numero di contagiati e decessi nei reparti di terapia intensiva degli ospedali.Tutti i governatori compresi quelli alleati con il governo sono dunque contro il presidente, e così anche il Congresso, e critiche arrivano pure dai presidenti di Camera e Senato e persino dai membri della Corte Suprema. Per Bolsonaro quindi, isolato nella sua trincea, la salute dei suoi concittadini (che intanto protestano sbattendo le pentole dalle finestre) è diventata ormai una grande scommessa politica sulla sua sopravvivenza come leader.