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Un’accusa molto grave quella che l’Onu rivolge alla Francia di Emmanuel Macron, neanche si stesse parlando della Turchia di Erdogan o della Russia di Putin. E invece le pulsioni autoritarie albergano anche nel paese dei diritti dell’uomo e della Rivoluzione che evidentemente non ha mai dimenticato le sue radici bonapartiste.
Un rapporto di un gruppo di esperti delle Nazioni Unite punta infatti il dito sul governo di Parigi per la limitazione del diritto di manifestare e per l’uso sproporzionato della forza contro le proteste di piazza. In particolare quelle del movimento dei Gilet gialli che dallo scorso novembre contestano il governo per l’aumento del costo della vita.
Secondo il rapporto le autorità hanno limitato «in maniera ingiustificata» il diritto di manifestare durante le giornate di protesta.
Da quando la mobilitazione ha avuto inizio ci sono state «migliaia di denunce di uso eccessivo della forza» e si sono registrati oltre 1700 feriti in tutto il paese. Inoltre, «le restrizioni imposte ai diritti hanno portato anche a un numero elevato di fermi e arresti», sottolinea la dichiarazione firmata dal capo del gruppo, Seong- Phil Hong, dal relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, Michel Forst, e dal relatore speciale per i diritti alla libertà di riunione e di associazione pacifici, Clément Nyaletsossi Voule.
«Garantire l’ordine pubblico e la sicurezza» quando ci sono manifestazioni «implica la necessità di rispettare e proteggere i manifestanti che vogliono esprimersi pacificamente», si legge nel testo che allo stesso tempo riconosce che in diversi casi anche i manifestanti hanno commesso atti violenti.
«È molto allarmante notare che dopo settimane di dimostrazioni, le restrizioni e le tattiche di gestione della concentrazione e l’uso della forza non sono migliorate», si legge nella dichiarazione, in cui si esprime anche preoccupazione per quanto riguarda il disegno di legge del governo di Emmanuel Macron sul divieto preventivo di manifestare per i cittadini “potenzialmente violenti”, una legislazione d’emergenza che non pare giustificata.
Alcune delle sue disposizioni, hanno osservato, non sono conformi al Patto internazionale sui diritti civili e politici di cui la Francia fa parte. «Il divieto amministrativo di manifestazione, l’istituzione di misure di controllo supplementari e l’imposizione di dure sanzioni, rappresentano gravi restrizioni alla libertà di dimostrazione», hanno concluso gli esperti, sottolineando anche il pericolo di un’applicazione arbitraria e derive estremamente gravi.