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What’s the next? Tradotto letteralmente: Cosa succederà ora? E’ l’interrogativo che si pone il Guardian nella sua edizione on line di ieri riflettendo sul vasto movimento negli Stati Uniti suscitato dall’uccisione di George Floyd. Una domanda riferita a possibili sviluppi delle proteste, che dopo 15 giorni non sembrano aver perso ancora lo slancio iniziale, e alle conseguenze politiche che arrivano fino alla Casa Bianca. Iniziative come quella di Minneapolis di smantellare il dipartimento di Polizia, la campagna “Defunding the Police”, la riforma della sicurezza pubblica proposta al Congresso dai Democratici e la questione del razzismo declinata in tutti i suoi aspetti. Tutte questioni che sono entrate nel dibattito pubblico americano ma che faranno parte di una discussione si lunga durata.Nell’immediato però qualcosa è successo, la portata del movimento e delle sue parole d’ordine infatti ha toccato il mondo dello show biz, che è come dire il sentire comune, la produzione di senso e significati. A cominciare dalla televisione. Il canale in streaming HBO Max ha infatti annunciato ieri di aver rimosso dalla sua programmazione in celeberrimo film del 1939 “Via con vento”.Ambientato durante e dopo la guerra civile americana, “Gone with the Wind” è stato molte volte attaccato per la sua rappresentazione della schiavitù. Basato sul romanzo di Margaret Mitchell, presenta schiavi che sembrano contenti della loro sorte e che rimangono fedeli ai loro ex proprietari anche quando potrebbero essere liberi. All’epoca il film vinse 10 Oscar e fece registrare incassi da capogiro. Attori come Clarck Gable e Olivia de Havilland furono resi famosissimi dalle loro interpretazioni, ma per la prima volta un attrice afroamericana, Hattie McDaniel (la domestica Mammy) ottenne la nomination per vincere la statuetta di Hollywood. Un evento per quei tempi. La HBO Max ha motivato la sua decisione affermando che sarebbe «irresponsabile» mantenere il film sulla sua piattaforma senza «una spiegazione e una denuncia delle sue rappresentazioni razziste». Parallelamente la Marina degli Stati Uniti martedì ha vietato le bandiere confederate su navi e aerei, così come sembra tramontata l’dea di intitolare 10 basi a personaggi sudisti della guerra civile. Un movimento di pensiero con conseguenze politiche visto che anche alcuni deputati del Missisipi avrebbe in animo di togliere la bandiera dei confederati dalle proprie insegne anche se ciò ha già incontrato la resistenza del governatore Repubblicano. I poliziotti potrebbero avere ancora meno spazio in tv, ed è sempre l’intrattenimento che si adegua alla situazione. Dopo essere andato in onda per ben 33 stagioni termina di colpo la serie di documentari sulla Polizia, “Cops”, trasmesso dal canale via cavo Paramount. Un portavoce della rete è stato tranchant comunicando la decisione: «Cops non fa parte della rete Paramount e non abbiamo piani attuali o futuri per il suo ritorno». E sulla lista nera sono finiti anche altre icone come quelle della Disney, a partire da Dumbo oppure i cartoni di Tom e Gerry. Per loro si parla di «rappresentazioni culturali obsolete».