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Come se non bastassero gli Europei. La Francia continuerà a rimanere in vetrina per tutto il mese di luglio anche per il Tour de France, la grande corsa a tappe ciclistica che prenderà il via il prossimo 2 luglio, a poco più di una settimana dal termine della kermesse calcistica. La Grande Boucle, giunta alla sua edizione numero 103, si snoderà attraverso 21 tappe per un totale di oltre 3500 chilometri. E con un percorso che non si preannuncia affatto semplice: due cronometro individuali (di cui una cronoscalata) e diversi arrivi in salita (tra cui il Mont Ventoux, il gigante della Provenza, e Morzine, nellAlta Savoia) metteranno a dura prova i muscoli di chi vorrà indossare la maglia gialla. Le speranze dellItalia sono affidate a due veri e propri assi, che militano nella stessa squadra, la fortissima Astana. La Juventus del ciclismo, tanto per fare un cinico paragone. "Two is megl che one" potremmo dire prendendo in prestito una espressione di Stefano Accorsi in una storica pubblicità di un gelato. In realtà il ruolo di capitano dellAstana è ben designato, i galloni toccheranno a Fabio Aru, il grande astro nascente del ciclismo tricolore. È alla sua prima partecipazione al Tour de France, vero, ma come non ricordare gli ottimi risultati conquistati nelle grandi corse a tappe? Al Giro dItalia è finito due volte sul podio, prima terzo e poi secondo, nel 2015 ha vinto da protagonista la Vuelta di Spagna. Insomma, è un ciclista pronto per il definitivo salto di qualità e per essere consacrato tra i grandi di questo sport deve assolutamente puntare alla maglia gialla, consapevole che nella corsa più famosa al mondo vincere è difficilissimo, specie se si hanno di fronte avversari agguerriti e pronti a tutto. E se il rendimento a cronometro può in fondo essere un punto interrogativo, nessun dubbio quando la strada simpenna: è sulle salite del Tour che Aru dovrà puntare per rosicchiare minuti e secondi ai suoi rivali.E Nibali? Stando alle dichiarazioni della vigilia lo "squalo dello Stretto" dovrebbe mettersi al servizio del più giovane compagno, aiutandolo nelle tappe più dure, sostenendolo con la sua esperienza nei possibili momenti difficili. Poi però sarà la strada a decidere: lei non mente mai. Se Nibali sarà più in forma del compagno, magari toccherà a lui tentare lassalto alla maglia gialla. Non dimentichiamo però che il corridore di Messina ha speso tante energie, soltanto qualche settimana fa, per vincere il Giro dItalia. Il suo trionfo rosa, e non è un eufemismo, è stato davvero in salita, nelle ultime frazioni ha dovuto compiere una grande e dispendiosa rimonta e non è facile correre sempre ad alti livelli, anche per uno dei ciclisti più forti del mondo. E poi Nibali ha un obiettivo importante, quello di essere al top della condizione nelle settimane che seguiranno al Tour per tentare lassalto alla medaglia doro alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro.I favoriti del Tour de France però, secondo i bookmaker, sono altri, anche se abbiamo già visto nella corsa rosa come possa bastare una foratura o una caduta per rimescolare nuovamente i valori. Pronostici tutti a favore del vincitore uscente Chris Froome, che del resto si è aggiudicato due delle ultime tre edizioni della corsa francese. Il corridore britannico-kenyota sa bene come si fa a trionfare a Parigi: nelle cronometro è praticamente imbattibile, in salita si difende più che bene. La pressione sarà tutta addosso a lui, inevitabilmente, anche perché gli sfidanti non mancano di certo. Cè poi Nairo Quintana, scalatore colombiano che - come tutti i ciclisti che arrivano da quellangolo di mondo - quando vede una salita ripida si esalta come se avesse fatto sei al Superenalotto. E va dato molto credito anche ad Alberto Contador, che ha saltato il Giro dItalia per tornare a essere protagonista al Tour. Lo spagnolo in Francia ha vinto tre volte (ma il trionfo del 2010 gli fu poi revocato) ed ha dalla sua parte lesperienza e la voglia di migliorare il quinto posto dello scorso anno. Riuscirà a tornare protagonista? Poi le sorprese, Mikel Landa e Richie Porte, altri grandi interpreti di una corsa dallindescrivibile fascino che vuole tornare ad entusiasmare il pubblico come faceva prima del Duemila, mettendosi definitivamente alle spalle quegli anni purtroppo impiastricciati dal doping e cancellati da un albo doro nel quale invece i grandi trionfi di Coppi, Bartali, Anquetil, Gimondi, Merckx, Hinault e Indurain risplendono ancora, intatti nel tempo, incastonati nella storia.