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«La diocesi di Assisi rende omaggio alla memoria di nonno con una messa presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino, proprio nella cappella privata di famiglia, donata nel 2018 al “Museo della memoria, Assisi 1943- 1944” dalle mie cugine Gioia e Stella, figlie di Andrea. Mio nonno è ancora molto popolare e portiamo con orgoglio il nome Bartali. Io e mia cugina Gioia, le più attive tra i cinque nipoti, siamo spesso chiamate in tutt’Italia, perché gli vengono intitolate parchi, scuole, piste ciclabili, spettacoli e strade. Mi fa molto piacere che il sindaco di Firenze, Dario Nardella, abbia lanciato la “operazione Bartali” per mobilità della fase 2: 12 chilometri di nuove piste ciclabili». Lisa Bartali, figlia di Luigi, parla con orgoglio del nonno e di tutto quello che rappresenta. L’idea del sindaco Nardella la trovo perfetta per Firenze, io mi muovo sempre in bici in città, una delle più motorizzate d’Italia. Ho lavorato per parecchi anni nella moda in centro e la bici è sempre stato il mio mezzo di locomozione. Rispetto a quello che accadeva prima della pandemia e alluso esagerato delle macchine in città penso che mio nonno avrebbe sbottato ' L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare'».
Lisa è nata tra biciclette, trofei medaglie, libri e vhs sul ciclismo al punto che ha aperto “Biciclettami. it”, il blog sul ciclismo urbano, diario di escursioni tra arte, eventi, poesia e racconti, con una linea di accessori e abbigliamento di ispirazione retrò. Con una sezione dedicata a Gino Bartali con ricordi di famiglia, interviste ad ex gregari, eventi sportivi e culturali inerenti alla sua figura. «Non è da tutti aver imparato ad andare in bici – racconta – con un maestro come Gino Bartali. Mi insegnava come posizionare bene i piedi sui pedali “con la punta sul pedale, non di tacco”, urlava da lontano». Il nonno è sempre presente nel blog di Lisa. E, in concomitanza con giornate particolare, le piace sottolineare quello che è stato Gino Bartali. Per l’ultimo 25 aprile ha scritto: “Il suo contributo silenzioso si intreccia nella storia della resistenza italiana... Che la sua figura ci sia da guida, ora più che mai in questa nostra epoca, e che la sua storia sia divulgata con il massimo rispetto oggi e nel tempo che verrà”.
«Ho avuto la fortuna di potermelo godere abbastanza, quando è morto avevo 15 anni. Ha sempre seguito il ciclismo e gli piaceva stare nell’ambiente. Nonno era abbastanza riservato in famiglia, raccontava delle sue imprese sportive ai suoi fan. Ricordo che un pomeriggio, mentre guardavano un documentario sulla rivalità con Fausto Coppi lui mi disse: “Eravamo rivali, ma anche amici”...».