Il governo iraniano ha inviato un messaggio all’amministrazione del presidente statunitense Joe Biden lo scorso 14 ottobre, negando di aver tentato di assassinare Donald Trump. La notizia, diffusa oggi dal Wall Street Journal, rivela una risposta diretta a un avvertimento inviato dagli Stati Uniti a settembre. Washington aveva dichiarato che qualsiasi minaccia contro Trump sarebbe stata considerata «una questione di sicurezza nazionale» e, nel caso di un attentato, avrebbe interpretato l’atto come «una dichiarazione di guerra».

Il messaggio iraniano, non firmato, ha riaffermato le accuse contro Trump per l’assassinio del generale Qassem Soleimani, avvenuto a gennaio 2020. Soleimani, comandante della Forza Qods e figura chiave nella strategia militare iraniana, era stato ucciso in un attacco aereo statunitense vicino all’aeroporto di Baghdad durante la presidenza Trump.

Secondo il dipartimento di Giustizia USA, la scorsa settimana sono emerse accuse contro alcuni agenti iraniani che avrebbero complottato per eliminare Trump. Un agente identificato come Farhad Shakeri ha confessato di aver ricevuto ordini dai Guardiani della Rivoluzione Islamica a settembre. Gli ordini prevedevano di mettere da parte altre attività e pianificare un attentato contro Trump. Il piano, tuttavia, non è mai stato attuato.

In pubblico, Teheran continua a negare le accuse. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha definito le rivelazioni americane «una commedia di terzo livello». Nonostante le smentite ufficiali, lo scambio di messaggi tra le due nazioni, mediato dalla Svizzera, evidenzia le tensioni ancora alte.

L’Iran insiste nel considerare Trump responsabile dell’assassinio di Soleimani, ma sottolinea di non aver mai cercato di colpire l’ex presidente. Gli Stati Uniti, tuttavia, rimangono vigili, monitorando ogni possibile minaccia proveniente dalla regione.