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Nell'ottantaduesimo giorno di conflitto tra Israele e Hamas, continuano gli attacchi dell’esercito di Tel Aviv nella Striscia di Gaza, e nonostante i continui appelli internazionali per una tregua, i dirigenti israeliani hanno preannunciato una guerra lunga ancora diversi mesi, scacciando via ogni prospettiva di cessate il fuoco. E rendendo complicatissime le operazioni a favore dei civili, esposti ai bombardamenti e in piena emergenza umanitaria.
Cinque giorni dopo l'adozione di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza sugli aiuti da destinare Gaza, le Nazioni Unite hanno nominato una nuova responsabile, si tratta dell'olandese Sigrid Kaag; nonostante la risoluzione, in questi ultimi giorni non si sono però verificati miglioramenti significativi nell'ingresso di aiuti mentre anche i negoziati diplomatici sono totalmente arenati. Inoltre restano bloccati da due giorni i collegamenti telefonici e internet all’interno della Striscia.
Il portavoce delle forze armate israeliane Daniel Hagari ha tentato di arginare le critiche della comunità internazionale, affermando i civili palestinesi non sono il nemico di Israele: "Mentre perseguiamo il nostro obiettivo di sconfiggere Hamas, lo facciamo agendo con cautela e attenzione verso i civili di Gaza che stanno soffrendo in questa guerra che Hamas ha inflitto a tutti noi, continueremo la nostra importante missione per sconfiggere Hamas e salvare i nostri ostaggi, per un futuro migliore della regione".
I testimoni hanno riferito di attacchi aerei e combattimenti di terra a Khan Younis, nel Sud della Striscia di Gaza, ma anche di bombardamenti intensi sui campi profughi di al-Maghazi e al-Boureij, nel centro del territorio. Nel Nord, all'alba ci sono stati violenti combattimenti nella città di Gaza e in quella di Jabaliya. Oltre alle 1.140 vittime israeliane del 7 ottobre, 164 soldati sono stati uccisi in questi due mesi e mezzo di guerra.Dei 250 ostaggi prelevati da Hamas, 129 risultano ancora prigionieri, di cui 15 donne. Le vittime degli attacchi israeliani su Gaza sono 21.110 secondo l'ultimo bilancio diffuso da Hamas. Secondo il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen, il piano di Benjamin Netanyahu non si limita alla distruzione di Hamas: "si vuole sbarazzare dei palestinesi e dell'autorità", ha accusato ieri da una tv egiziana. "Quello che succede nel territorio palestinese in questi giorni va oltre la catastrofe e il genocidio", ha aggiunto. Nella notte, il presidente degli Usa Joe Biden ha parlato al telefono con l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim ben Hamad al-Thani, il cui Paese è stato mediatore nei negoziati che avevano permesso di raggiungere una provvisoria tregua lo scorso mese.
In mattinata c’è stato anche un nuovo raid israeliano in Cisgiordania, zona teoricamente controllata assieme all’Autorià nazionale palestinese e relativamente riospaermiata dal nuovo conflitto, che ha provocato 6 morti, portando a oltre 300 il bilancio delle vittime nella zona occupata.
I Guardiani della Rivoluzione islamica iraniani hanno nel frattempo avvertito Israele di una ritorsione «diretta» o per mano dei loro alleati nella regione meridionale dopo l’uccisione del comandante dei Pasdaran in Siria, Sayyed Razi Mousavi. Il corpo di Mousavi è stato portato in Iraq per riti funebri nei luoghi santi dei musulmani sciiti alla vigilia della sua sepoltura in Iran prevista per domani. «La nostra risposta all’assassinio di Mousavi sarà una combinazione di azione diretta e di altri, guidati dall’Asse della Resistenza», ha assicurato il portavoce dei Pasdaran, Ramezan Sharif, citato dall’agenzia di stampa locale Mehr.