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Giornata della Memoria - Il Murale di aleXsandro Palombo con Papa Francesco, Edyth Bruck, Liliana Segre e Sami Modiano
In occasione del Giorno della Memoria, la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e simbolo della lotta contro l'antisemitismo, ha condiviso profonde riflessioni sul passato e sul presente, sottolineando la persistenza dell'odio antisemita e il rischio che la memoria della Shoah venga sminuita.
«L'antisemitismo oggi è manifesto»
«Io non sono così stupita dell'antisemitismo di oggi. Oggi è manifesto, ma c'è sempre stato, solo che non se ne poteva parlare nei termini sfacciati con cui si fa oggi, termini vergognosi e disgustosi, tutto il peggio che si può dire», ha dichiarato Segre in una conversazione intitolata 'Cara Liliana', trasmessa online dal Memoriale della Shoah di Milano.
Segre ha ricordato come, al suo ritorno da Auschwitz, scelse il silenzio: «Mi rendevo conto dell'incapacità di capire la tragedia del sopravvissuto che rientrava in un mondo che voleva vivere e rivivere». Tuttavia, con il passare degli anni, la senatrice scelse di rompere il silenzio: «Arrivata a 50 anni, mi rendevo conto che il mondo cambiava, ma l'antisemitismo restava sempre uguale».
Segre ha anche ripercorso i cambiamenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni: «Ho vissuto gli Anni '80 e '90 e ho visto i cambiamenti. Quando Furio Colombo decise di fare il Giorno della Memoria ho visto che tutti avevano deciso che si doveva ricordare». Tuttavia, l'interesse esploso attorno alla Shoah è stato talvolta accompagnato da narrazioni inesatte e fuorvianti.
«Lessi e vidi filmati fantasiosi in cui qualcuno fuggiva con le tenebre e tutto contento attraversava una Polonia antisemita per andare a rifugiarsi chissà dove», ha raccontato Segre, denunciando le distorsioni della realtà. «Io che per quasi due anni avevo vissuto quell'odio nei confronti dei prigionieri dei campi, sapevo che durante la marcia della morte nessuno si affacciava dai balconi per buttarci una crosta di pane o una sciarpa: degli ebrei non interessava niente a nessuno».
L'eco di insulti del passato
A margine della commemorazione a Milano, il vicepresidente della Comunità ebraica, Ilan Boni, ha sottolineato il peso delle attuali manifestazioni di odio: «Immaginate una donna forte come la senatrice Segre, che ha dedicato la vita alla memoria. La senatrice oggi sente dalle piazze di Milano gli stessi insulti che si sentivano ai tempi del nazifascismo. Pensate come possa sentirsi lei, che è una donna forte, ma questa forza purtroppo si sta un po' affievolendo».
Boni ha poi citato alcune recenti dichiarazioni di Segre, che esprimono la sua preoccupazione per il futuro: «Mi sembra di avere vissuto invano» e «Ho paura che della Shoah rimarrà una riga sui libri di storia», parole che, secondo Boni, testimoniano una sofferenza terribile.
Un murale per la memoria
A Milano, nel giorno dell'80° anniversario della liberazione di Auschwitz, è comparso un murale dell'artista aleXsandro Palombo che ritrae Papa Francesco, Edyth Bruck, Liliana Segre e Sami Modiano in versione Simpson, con il titolo provocatorio 'Halt! Stoj! Antisemitism is everywhere'.
L'opera, secondo il post Instagram dell'artista, celebra i «grandi custodi della Memoria" e si interroga sulla persistenza dell'antisemitismo. Come ha spiegato lo storico Jeffrey Demsky, l'antisemitismo rimane "l'odio più duraturo del mondo", prendendo nuove forme attraverso meme, calunnie e atti di vandalismo quotidiani.