L’esercito di Israele (Idf) ha comunicato che il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è stato ucciso nel raid aereo israeliano di ieri sulla periferia sud di Beirut. Oltre a Nasrallah, alla guida di Hezbollah dal 1992, secondo l’esercito israeliano sono stati uccisi anche altri leader del gruppo. 

«Ieri l’Idf ha eliminato Hassan Nasrallah, leader dell’organizzazione terroristica Hezbollah e uno dei suoi fondatori. L’Idf ha anche eliminato Ali Karaki, comandante del fronte meridionale dell’organizzazione terroristica Hezbollah, e una serie di altri leader di Hezbollah», ha annunciato Avichay Adraee, portavoce dell’esercito israeliano in lingua araba. «Gli aerei dell’aviazione israeliana, con precise indicazioni dell’intelligence, hanno compiuto un raid sul quartier generale centrale di Hezbollah situato nel sottosuolo di un edificio residenziale nella zona di un sobborgo meridionale» di Beirut, prosegue il portavoce, aggiungendo che «il raid è stato effettuato mentre la leadership di Hezbollah si trovava all’interno del quartier generale e stava coordinando attività terroristiche contro i cittadini di Israele. L’Idf continuerà a colpire chiunque promuova e si impegni in atti terroristici contro i cittadini dello Stato di Israele», conclude Adraee.

La conferma è poi arrivata da Hezbollah. Come riporta la testata libanese L’Oriente Le Jour, in un comunicato letto in diretta sul canale al-Manar, il partito ha annunciato che «il maestro della resistenza» Hassan Nasrallah «si è mosso al fianco del suo Signore come un grande martire». Nasrallah «si è unito alla carovana dei martiri di Karbala» e «ai suoi compagni, i martiri immortali di cui ha guidato la marcia per trent’anni, conducendoli di vittoria in vittoria», ha aggiunto il partito. Hassan Nasrallah, ricorda il gruppo sciita filo-Iran, prese la guida del partito nel 1992 e lo condusse alla “liberazione del Libano nel 2000, con la fine dell’occupazione israeliana nel sud del Libano, e alla «vittoria del 2006»·

L’aeronautica israeliana aveva effettuato massicci attacchi aerei mirati sulla capitale libanese Beirut, con i militari che avevano affermato di aver colpito il quartier generale principale di Hezbollah e di aver preso di mira proprio il suo leader. «È molto difficile immaginare sia uscito vivo da un attacco del genere», aveva affermato un funzionario israeliano poco prima dell’annuncio ufficiale dell’esercito dello Stato ebraico.

L’Idf intensifica gli attacchi su Beirut

Israele ha condotto numerosi attacchi aerei contro edifici residenziali nel sud di Beirut, in un attacco descritto come «senza precedenti» e, tra le vittime ci sono anche dei bambini. L’Idf lancia ondate di attacchi su Beirut dopo aver respinto le richieste globali di cessate il fuoco con Hezbollah, intensificando una campagna di bombardamenti che ha ucciso più di 700 persone in Libano da lunedì. Il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa ha dichiarato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che Israele è «uno stato canaglia» che deve essere ritenuto responsabile per «i crimini» commessi a Gaza, nella Cisgiordania occupata e contro il popolo libanese. Almeno 41.534 persone sono state uccise e 96.092 ferite nella guerra di Israele a Gaza. In Israele, il numero di morti negli attacchi guidati da Hamas del 7 ottobre è di almeno 1.139, mentre più di 200 persone sono state prese prigioniere.

Condizioni a Gaza in deterioramento: l’allerta dell’Unicef

Le condizioni a Gaza stanno peggiorando progressivamente mentre il conflitto si avvicina al suo primo anniversario, ha dichiarato James Elder, portavoce globale dell'Unicef, ad Al Jazeera.

«Ogni volta che torno, la situazione peggiora perché è una crisi cumulativa - ha detto -. Ci sono continui dinieghi e restrizioni agli aiuti e l'85% della Striscia di Gaza è soggetto a qualche forma di ordine di evacuazione, motivo per cui questi attacchi indiscriminati provocano così tante vittime». 

Elder ha affermato che la sofferenza per i bambini è particolarmente acuta. «Ho visto bambini con ustioni di quarto grado e non sapevo nemmeno che fosse possibile», ha detto. «Ho visto un ragazzo giovane con ustioni così gravi che non aveva nemmeno pelle da utilizzare per un intervento di innesto cutaneo e i medici non hanno alcuna anestetico per lui». Il portavoce dell'Unicef ha aggiunto che una soluzione militare non sarà possibile a Gaza. «Sarà una soluzione politica e prima ci arriveremo, prima potremo porre fine alla terribile sofferenza di donne e bambini», ha detto.