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«Siamo in un momento pericoloso. Israele reagisce a quello che definisce un attacco indiscriminato di Hamas contro i propri civili in un modo ancora più indiscriminato contro Gaza. Ciò genera rischi di guerra con l'Egitto e in Libano con Hezbollah. Ma il peggio è che non vediamo una soluzione politica, mancano prospettive di pace». Lo sostiene dal suo ufficio a Ramallah, in un'intervista al Corriere della Sera, Ghassan Khatib, ex ministro del governo di Yasser Arafat e oggi responsabile del Media Center per la Cisgiordania, affermando di «rifiutare la narrativa trionfante per cui la nuova ondata di guerra sarebbe stata generata da un attacco terroristico. Siamo immersi nel continuo avvitarsi di violenze e contro-violenze nel contesto dell'occupazione israeliana, che si è fatta sempre più brutale e pericolosa negli ultimi anni sotto il tallone del governo guidato da Netanyahu, un misto di fanatici religiosi e nazionalisti xenofobi, impegnato a reprimere e abusare la popolazione palestinese».
«Non è possibile calmare le tensioni ricorrendo sistematicamente alla forza - prosegue l'ex ministro di Arafat - Occorre ricordare che all'origine del problema resta l'occupazione israeliana dei territori palestinesi: soltanto la mediazione e la politica possono cercare la soluzione di compromesso, altrimenti la violenza è destinata a degenerare ulteriormente. Affidare la gestione di Gaza al governo di Abu Mazen? Un'illusione stupida. Nessun leader palestinese andrà a prendere in consegna Gaza a bordo di un tank israeliano. La soluzione della pace in cambio della terra è diventata impraticabile perché Israele ha continuato a costruire ed espandere colonie nel centro di quelle stesse regioni che dovevano costituire il cuore dello Stato palestinese. Se però gli Usa premessero per smantellarle, allora la soluzione tornerebbe sul tavolo».
«Non credo che Biden sia pronto a farlo - dice ancora - Vediamo come la Casa Bianca ha sostenuto le reazioni militari israeliane. Gli israeliani spazzeranno via Hamas soltanto se torneranno ad occupare fisicamente tutta Gaza, come era prima del 2005. Ma se entrano a Gaza uccidendo e distruggendo prima di ritirarsi, allora Hamas rinascerà velocemente dalle sue ceneri. Hamas non è come l'Isis. Sono due movimenti completamente diversi. E non vuole distruggere Israele. È ben noto che in passato i suoi capi si dicevano pronti alla hudna, alla tregua per trattare».