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FILE - Alexei Gorinov, a former member of a Moscow municipal council, was convicted of "spreading false information" about the army, holds a sign "I am against the war" standing in a cage during hearing in the courtroom in Moscow, Russia, on June 21, 2022. Criticism of the invasion was criminalized a few months earlier, and Gorinov, 61, became the first Russian sent to prison for it, receiving seven years.Mercenary chief Yevgeny Prigozhin led an armed rebellion against the Russian military, but faced no prosecution. Others, who merely voice criticism against the Kremlin, aren't so lucky. (AP Photo, File)
Grazie alla preziosa collaborazione dell’avvocato di Memorial e OVD-Info, Denis Shedov, il nostro giornale ha ricevuto una lettera dal carcere di Alexei Gorinov. Il dissidente – avvocato ed ex deputato municipale - sta scontando una pena a sette anni di prigione per aver criticato l’aggressione militare russa ai danni dell’Ucraina. Gorinov è stato il primo cittadino a subire in Russia una condanna per i cosiddetti “falsi militari”. Oltre a questa accusa, di recente l’autorità giudiziaria, con le prove confezionate dall’FSB, lo ha considerato responsabile di “giustificazione del terrorismo” (un reato contemplato dal codice penale russo). Gorinov avrebbe indottrinato nel centro di custodia di Vladimir alcuni detenuti nei pochi momenti che ha a disposizione per socializzare in carcere. Rischia di essere condannato ad altri cinque anni di reclusione. Un’ulteriore dimostrazione della forza del regime putiniano nel silenziare le voci del dissenso e far passare gli oppositori come “nemici della Russia”.
(Gennaro Grimolizzi)
Ancora una volta, le circostanze e il mio caso giudiziario mi inducono a fare una dichiarazione pubblica. Il 2 maggio il capo del dipartimento investigativo interdistrettuale Oktyabrsky della città di Vladimir, si è espresso nei miei confronti formulando un’accusa molto grave: quella riguardante la “giustificazione del terrorismo”.
Sembra un evento normale nella Russia di oggi avviare un procedimento penale ai sensi di una norma repressiva, che punisce i cittadini che si oppongono alla guerra, che hanno le loro convinzioni e che non hanno paura di esprimersi pubblicamente. Tuttavia, ciò che rende il mio caso straordinario è che si sostengono, nero su bianco, senza alcun fondamento, diverse accuse.
Vengo considerato un sostenitore dell'ideologia nazionalista. Si afferma che ho un atteggiamento ostile e negativo nei confronti dei residenti delle regioni di Crimea, Donetsk e Lugansk. Vengo accusato di sostenere la riconquista della Crimea da parte dell'Ucraina. Addirittura, l’accusa dice che io instillo nei miei compagni detenuti l'ideologia del terrorismo, la convinzione che sia attraente una qualche attività terroristica e che l'ideologia e la pratica del terrorismo dovrebbero essere sostenute e imitate. Inoltre, secondo il mio pubblico accusatore, sarei favorevole al sovvertimento delle attuali istituzioni con un colpo di Stato.
In riferimento a quanto esposto, ritengo doveroso fare alcune precisazioni. Sono nato nell'ex Unione Sovietica; fin da bambino sono cresciuto nello spirito dell'internazionalismo e, per quanto riguarda le mie convinzioni, sono un internazionalista convinto. I miei geni contengono tracce di nazionalità diverse. Respingo e non ho mai sostenuto l'ideologia del nazionalismo, perché credo che tutte le persone nascano uguali, indipendentemente dalla loro razza e dalla loro nazionalità, e che il governo debba fornire e garantire l'uguaglianza dei diritti sociali e inalienabili, fondamentali per tutti i cittadini, senza distinzioni.
Nella mia vita sono stato in Ucraina più di una volta e non ho mai riscontrato antipatia nei miei confronti. Sono grato ai cittadini della Crimea che esprimono il loro sostegno nelle lettere che mi inviano. Sono contrario ad ogni forma di violenza, aggressione e guerra, e sono a favore della convivenza pacifica in Crimea, così come in ogni altro luogo. Non sono mai stato un sostenitore della presa del potere attraverso la violenza o con un colpo di Stato. Nell’agosto del 1991 sono finito sotto processo perché mi opposi proprio al colpo di Stato. Come democratico, sostengo la presenza dei rappresentanti delle istituzioni attraverso le libere elezioni. Non a caso, ho partecipato alle elezioni come membro di comitati elettorali, osservatore, candidato a deputato e sono stato vicepresidente di un comitato elettorale territoriale. Per questo mio impegno pubblico ho ricevuto riconoscimenti da parte del comitato elettorale della città di Mosca, nonché una medaglia per aver difeso le libere elezioni. Ecco perché sottolineo il fatto che non ho mai avuto nulla a che fare con l’ideologia del nazionalismo.
Non ho mai considerato attraente questa ideologia o la sua pratica. Per tutta la vita sono stato impegnato in attività improntate esclusivamente alla pace e per due volte sono stato eletto deputato. Le persone che mi conoscono bene non possono che confermare il mio impegno per la pace, i valori della democrazia, della libertà e dell'uguaglianza dei cittadini indipendentemente dalla loro nazionalità. Per essere ancora più chiaro, voglio anche sottolineare che non sono la spia di nessuno Stato. Spero che questi concetti siano fatti conoscere in Russia e all’estero. Ho scritto questa lettera per far sentire la mia voce, nonostante le vicende giudiziarie che mi riguardano.