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Sono cambiate le cifre, ma la valanga di euro che fa girare il mondo del calcio tiene ormai aperto il dibattito da anni. «I giocatori sono troppo pagati» e «non si possono spendere tutti questi soldi per un calciatore» sono le frasi che si ripetono, in loop, una volta nei bar e oggi sui social. Dibattito ravvivato dalle ultime spese pazze del Psg: la Qatar Sports Investment per rinforzare la squadra di Emery - delusa lo scorso anno per non essere riuscita a conquistare non solo la Champions, ma nemmeno la Ligue1, il campionato francese - ha deciso di aprire il portafogli. Un portafogli che eroga soldi come un distributore di benzina. E se in Italia a tener banco è stato il discusso trasferimento di Bonucci dalla Juve al Milan, nel mondo quello di Neymar ha battuto ogni record. Il campione brasiliano, l’ultimo erede di Pelè, Zico e via discorrendo, si è trasferito da Barcellona all’ombra della Tour Eiffel per una cifra davvero mostruosa, ben 222 milioni di euro. Nessuno mai aveva speso così tanto nel mondo del calcio. Guadagnerà nei prossimi 5 anni 60 milioni a campionato, facile fargli i conti in tasca. Il valore del calciatore non lo discute nessuno, così come le motivazioni che lo hanno spinto a uscir fuori dall’ombra di Messi per essere l’unico, vero, grande protagonista altrove. Alla fine, probabilmente, saranno tutti contenti: il Psg potrà coccolarsi un nuovo campione, il giocatore è atteso da una nuova emozionante sfida e il Barcellona con quella somma potrà comprare altri 2- 3 campioni per rinforzare la squadra. In più, aggiungiamo, gongolerà il fisco francese. Anche perché a quanto pare il Psg non ha intenzione di metter freno alle sue spese pazze e ha messo sul piatto altri 180 milioni di euro per strappare il campioncino Mbappè ( cercato pure dal Real Madrid) al Monaco. Un altro funambolo, un altro probabile acquisto a somme mostruose.
C’è da dire che queste cifre esorbitanti stanno caratterizzando il calciomercato dell’ultimo decennio, mai prima ci si era spinti così in alto. Pensiamo ad esempio all’affarone fatto dalla Juventus con la cessione di Paul Pogba. L’asso francese è tornato al Manchester United per 105 milioni di euro e i bianconeri si sono fatti una ragione della sua cessione realizzando una plusvalenza record. Pogba infatti era arrivato in Italia a parametro zero proprio dai Red Devils. Con quella somma, tra l’altro, la Juventus ha potuto finanziare quello che oggi è il trasferimento più costoso nella storia della serie A, ovvero l’acquisto di Higuain dal Napoli per 90 milioni di euro. Un colpo che ha reso ancor più netto il divario tecnico tra i bianconeri e le altre squadre del nostro campionato, che difficilmente possono e potranno permettersi ( forse Milan a parte…) trasferimenti così costosi.
E pensare che una volta in Italia ci si scandalizzava per somme ritenute alte e inique. Pensiamo ad esempio al trasferimento record di Angelo Sormani dal Mantova alla Roma, stagione 1963- 64. I giallorossi sborsarono 500 milioni delle vecchie lire per poter disporre del ' Pelè bianco' ( aveva infatti giocato nel Santos ad inizio carriera), ma l’investimento fu infruttuoso. Dopo appena una stagione, giocata al di sotto delle sue possibilità, infatti Sormani fece le valigie e passò alla Sampdoria. Fece inorridire i napoletani, in un periodo di grandi difficoltà economiche e sociali, l’acquisto di ' Mister due miliardi' Beppe Savoldi nel 1975. Tanto infatti spese il club partenopeo per strappare al Bologna uno dei bomber più prolifici della serie A. Una somma che alla fine fu ripagata non soltanto dai gol del centravanti, ma anche dalla passione dei tifosi che si abbonarono in massa per vedere da vicino ( anche) le prodezze di questo grande campione. Napoli che, negli anni Cinquanta, aveva già visto il presidente Lauro spendere la bellezza di 105 milioni per portare in azzurro lo svedese Jeppson. L’Atalanta, che lo aveva pagato appena 50mila dollari, fu ben contenta anche di assecondare la volontà del giocatore, attirato dal mare e dal clima più mite del Sud Italia. Senza dimenticare poi l’acquisto di Maradona dal Barcellona negli anni Ottanta, 13 miliardi e mezzo delle vecchie lire, una somma mostruosa per l’epoca. Soldi, comunque, ben spesi guardando poi ai risultati.
Tornando ai giorni nostri, chi invece storicamente ha sempre grandi disponibilità economiche è il Real Madrid, e non è un caso che nella top ten degli acquisti più onerosi della storia del calcio il club spagnolo sia spesso presente. Per prendere Gareth Bale dal Totten- ham, ad esempio, il Real non si è fatto alcun problema nello spendere la bellezza di 100 milioni di euro. Così come non se ne è fatti quando ha voluto prendere James Rodriguez dal Monaco per 75 milioni. Chissà se qualche dirigente si è poi mangiato le mani ed ha avuto rimpianti per questa cifra spesa. Rimpianti che nessuno invece avrà mai avuto per i 94 milioni che hanno consentito a Cristiano Ronaldo di accasarsi in Spagna dal Manchester United. Un investimento importante, vero, ma ben ripagato nel corso degli anni, se pensiamo a tutte le prodezze del campione portoghese che hanno portato il Real a vincere più volte il campionato spagnolo ma, soprattutto, quelle Champions League che fanno delle merengues un club leggendario. Anche il Barcellona non è stato da meno: nel 2013 portò in Spagna Neymar dal Brasile per circa 88 milioni di euro, poco meno ha speso per prendere il ' Pistolero' Suarez dal Liverpool. Di Maria, Lukaku, Coutinho e gli altri, poi, varranno poi davvero così tanti soldi? Questo importa poco ai tifosi e agli allenatori, che in fondo chiedono soltanto di veder realizzati i propri desideri. Il calcio di oggi, se ci pensiamo bene, non è poi così diverso da quello di volta. Non ci sono più le lire, le pesetas, i franchi, ma è ( quasi) sempre il dio denaro a muovere tutto.