Una guerra non dichiarata ma che diventa ogni giorno piu presente, una serie di piccoli e grandi episodi che stanno portando Nato e Russia a confrontarsi non solo a livello propagandistico ma anche sul piano militare. La guerra in Ucraina ha rappresentato uno spartiacque in questo senso e le notizie che sono arrivate tra mercoledì e giovedì scorso dal vertice dell'Alleanza Atlantica, a Washington, alimentano un clima plumbeo.

Stati Uniti e Germania hanno annunciato al vertice che gli USA avrebbero iniziato quelli che sono stati definiti dispiegamenti episodici di missili a lungo raggio a partire dal 2026 in terra tedesca, compresi i vettori terra - aria SM - 6, quelli da crociera Tomahawk e armi ipersoniche. Praticamente un ritorno alla seconda metà del ventesimo secolo e al continuo contrapporsi del mondo diviso in blocchi.

Inoltre, la NATO ha dichiarato negli stessi giorni che è pronta a divenire operativa completamente, una nuova base di difesa aerea degli Stati Uniti nel nord della Polonia, progettata per rilevare e intercettare attacchi di missili balistici come parte di un più ampio scudo missilistico dell Alleanza.

La reazione russa è arrivata immediatamente come da manuale della guerra fredda. Mosca ha usato un'espressione generica ma che puo nascondere diversi significati. Dal Cremlino infatti è stato detto che «scoraggerà» la NATO mentre si avvicina ai suoi confini e che il previsto dispiegamento di missili a lungo raggio degli Stati Uniti in Germania e altre azioni sono «minacce alla sicurezza nazionale».

La Russia ha affermato dunque che «contrasterà» l'espansione delle infrastrutture della NATO in Europa, sostenendo che l'alleanza militare si sta «muovendo costantemente e in modo incrementale verso» le sue frontiere. Il tutto aggravato dalla guerra in Ucraina e, particolare di non poco conto, dall'intenzione di far entrare Kiev nell'Alleanza in tempi da stabilire. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che la Russia ha preso atto delle decisioni dei leader della NATO al vertice di questa settimana a Washington, di «creare hub logistici separati nelle città del Mar Nero e aprire ulteriori strutture in Europa». Mosca vede tutto questo come una minaccia o comunque una forma di pressione intollerabile. Per Peskov: «Tutto ciò ci richiede di prendere risposte ponderate, coordinate ed efficaci per scoraggiare la NATO, per contrastare la NATO... che ha confermato ancora una volta molto chiaramente la sua essenza. È un'alleanza creata in un'epoca di confronto con l'obiettivo di mantenere il confronto».

Ora si attendono chiaramente le mosse concrete di Mosca che in questo senso ha già dato diversi segnali. Il mese scorso, il presidente Vladimir Putin ha detto che la Russia dovrebbe riprendere la produzione di missili a capacità nucleare a medio e corto raggio e poi considerare dove schierarli dopo che gli Stati Uniti hanno portato missili simili in Europa e in Asia.

I missili terrestri con una gittata superiore a 500 km sono stati vietati ai sensi del Trattato sulle armi nucleari a raggio intermedio (INF) firmato dall'allora Unione Sovietica e dagli Stati Uniti nel 1987, ma questi ultimi si sono ritirati dal trattato nel 2019, sostenendo che la Russia stava violando i termini.