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Chiaro, diretto e senza troppi mezzi termini. Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Francesco Merloni, ha illustrato in questo modo la relazione annuale 2019 dell’Anac nella Sala della Regina a Montecitorio. E non ha usato mezzi termini soprattutto nel passaggio in cui, in relazione al decreto “Semplificazioni” che tanto sta facendo discutere la maggioranza, ha parlato di «ipotesi rischiose», facendo riferimento all’idea di utilizzare dei super-commissari sul “modello Genova” per superare lo stallo prodotto dal Covid-19. Che nei primi quattro mesi del 2020 si è mangiato un quarto degli appalti (il 33% in valore) pari a 18,6 miliardi di euro. Più colpita, per forza di cose, la Lombardia, dove la perdita per i mancati appalti causata dal coronavirus si attesta a 10 miliardi. Ma, ha spiegato Merloni, «non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio; al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione, le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa». Corruzione definita dal presidente dell’Anac «polverizzata e multiforme, che coivolge quasi tutte le aree del Paese», e che esprime tutta la sua pericolosità per la tenuta economica e sociale del sistema quando incontra la criminalità organizzata. Nel 2019 sono state infatti 633 le interdittive antimafia che le prefetture hanno comunicato all’Autorià, in aumento del 10% rispetto al 2018. «Il dato è molto preoccupante per il trend in continua crescita – ha sttolineato Merloni – che conferma che le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi , approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso». Prima della quale, nel corso del 2019 gli appalti erano cresciuti di 170 miliardi, una cifra record. Ma l’epidemia di Sars-Cov-2 ha costretto a utilizzre fondi e risorse per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, tamponi, ventilatori polmonari. In totale, tre miliardi di euro, dei quali più di due spesi nel periodo più caldo dell’emergenza, dal 1° marzo al 10 aprile. Nel corso dell’illustrativac’è stato spazio anche per l’autodifesa di Merloni, che ha denunciato «resistenze, spesso silenziose e tenaci, accompagnate dal tentativo di dipingere l’Anac come un intralcio o un produttore di nuovi vincoli». A margine della relazione, se il presidente della Camera, Roberto Fico, l’ha definita «interessante», il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha parlato della lotta alla corruzione come «una priorità non solo per la giustizia ma per la democrazia del nostro Paese». Ma da Forza Italia la capogruppo a Montecitorio, Mariastella Gelmini, replica a Merloni: «L’Anac sbaglia quando parla del “modello Genova” come di un rischio di favorire la corruzione – ha scritto Gelmini in una nota – l’Italia ha grandi amministratori, con la logica del sospetto non si va da nessuna parte».