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L'addio a Simone «Condanno l'apatia che la società ha nel non condannare questi gesti per la mancanza di quei valori che, per varie ragioni, sono venuti meno. I due cuginetti sono stati uccisi in tenera età, la responsabilità e i responsabili di queste uccisioni vanno tenuti in debito conto. Dobbiamo impedire che ci sia chi guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Facciamo appello alla nostra fede perché solo la fede può darci la speranza, il Signore vi darà la forza di andare avanti. I due cugini sono nell'eterna gioia insieme».
Sono le parole pronunciate dal vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta, che ieri ha celebrato il funerale del piccolo Simone D’Antonio, morto domenica nell'ospedale di Messina dopo essere stato travolto dal Suv che ha ucciso anche il cuginetto Alessio, morto subito dopo l'impatto.
A guidare il mezzo Rosario Greco, 37 anni, che al momento dell’impatto aveva era sotto l’effetto di alcol e droga. All’uomo è stato contestato il reato di omicidio stradale aggravato plurimo e porto ingiustificato di oggetti atti a offendere rinvenuti nella sua autovettura, mentre ai tre passeggeri in auto con lui è stata contestata l’omissione di soccorso.
Le parole del vescovo «Convertitevi al Signore per essere a lui graditi - ha incalzato Cuttitta - il Signore è grande e buono, padre misericordioso per coloro che credono e si affidano a lui. Alessio e Simone sono nella vita eterna e noi ce la dobbiamo ancora meritare».
Una folla commossa di gente ha dato l’ultimo saluto al piccolo, marciando in lacrime dietro la bara bianca, adagiata davanti all’altare della basilica di San Giovanni a Vittoria. Prima di arrivare in chiesa, il feretro è passato sotto l’abitazione della nonna invalida e davanti al garage di casa con il suo go kart, la minimoto e le biciclette.
Ai funerali, oltre al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, anche il vice premier Luigi di Maio, che prima della cerimonia funebre ha fatto visita ai genitori dei due bambini, accompagnato dal commissario straordinario del comune di Vittoria, Filippo Dispenza.
L'incontro con Di Maio Il padre di Simone, durante il colloquio privato con Di Maio, ha chiesto leggi in grado di impedire episodi simili a quelli accaduti al figlio e al nipote e pene severe e certe per i responsabili.
Il padre di Alessio, allo stesso modo, ha chiesto ancora una volta giustizia per il figlio 11enne. «Il ministro Di Maio ha promesso l’interessamento del governo, il ministro Bonafede si interesserà alla legge per inasprimento delle pene e che spero porterà il nome dei nostri figli. Credo in loro, nel ministro Salvini, nella giustizia, sentiamo vicine le istituzioni. Io da Vittoria non posso andare via - ha concluso - Devono andare via tutti questi delinquenti. Devono stare in galera per tutta la vita». Mentre per il presidente Musumeci, «è l’ora del dolore - ha commentato - delle preghiere e del silenzio».