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Può anche liquidarlo con una battuta da bar Donald Trump, e chiamarlo «addormentato», ma il tycoon sa perfettamente che Joe Biden non è un avversario come gli altri, l’unico tra i democratici in grado di conquistare voti tra il suo elettorato, la middle class bianca degli stati centrali, il proletariato rurale dell’America profonda.
L’ex vice di Barack Obama a 77 anni suonati lancia la sua sfida per la Casa Bianca con un video messo in rete alle sei di mattina. E lo fa rivendicando con orgoglio i suoi servigi per due lunghi mandati: «Sono un uomo dell’era Obama e sono orgoglioso. Non lascerò che Trump cambi l’anima della nazione».
In linea con il suo stile elegante Biden, ventesimo candidato democratico alle presidenziali 2020, ha deciso di non attaccare gli altri candidati dem, ma di concentrarsi solo su Donald Trump in quello che è stato definito un discorso sul «clima della nazione», dopo mesi di dubbi e riflessioni se candidarsi o no.
Biden è partito dalla “questione razziale” ricordando l’episodio di Charlottsville quando, nel 2017, durante gli scontri tra i partecipanti a una manifestazione di suprematisti bianchi e una di antirazzisti perse la vita una ragazza afro, investita dall’auto guidata da un suprematista. Poi ha accusato Trump di aver messo sullo stesso piano i due movimenti. «In quel momento - spiega Biden nel video - ho capito che il nostro Paese era minacciato da qualcosa che non avevo mai visto prima. Scrissi che era in gioco l’anima della nazione. Bene, è ancora più vero oggi». Quando un giorno l’America si volterà indietro, continua Biden, si «renderà conto di aver vissuto un momento aberrante». Lo schema della campagna appare chiaro fin dall’inizio: attaccacre “l’anima nera” di Trump, i modi disinvolti con cui flirta con i temi dell’estrema destra, agitando perennemente la minaccia dell’immigrazione e della sicurezza. Per Biden dunque l’America è davanti a una specie di bivio di civiltà: «Se daremo a Trump otto anni alla Casa Bianca, lui cambierà in modo definitivo il carattere della nazione. Non possiamo metterci da un lato e limitarsi a osservare».
Parlare di Charlottsville allo stesso tempo è stato un ponte gettato verso la comunità afroamericana, che nei confronti di Biden è sempre stata molti tiepida.
Come dicevamo Biden, nato in una famiglia povera, gode di popolarità tra i bianchi e nella classe media, ma sa che una vittoria può passare solo se la comunità afro lo appoggerà quanto ha appoggiato il suo predecessore. Per mesi l’ex vicepresidente si è confrontato con il suo staff, cercando di capire quanto fosse utile candidarsi, vista l’età ma le parole usate nel suo primo discorso, i riferimenti al nazismo e al Ku Klux Klan, sono un segnale che Biden userà proprio la sua età come strumento a favore: presentandosi come un autorevole conoscitore della storia e politico d’esperienza. Dovrà convincere molti democratici, ancora dubbiosi. Il suo messaggio sui rischi di altri quattro anni di Trump, sono un invito a scegliere non solo sulla base di simpatie, ma il candidato che può davvero fermare il nuovo corso della Casa Bianca. «L’America è un’idea più forte di ogni esercito - dice Biden, affidandosi alla retorica - più grande di ogni oceano, più potente di ogni dittatore e ti instilla la speranza che se lavori duro, potrai farcela».
Le prossime settimane metteranno a confronto due generazioni di democratici: quella della vecchia guardia incarnata da Biden e Sanders, e quella dei giovani, da Pete Buttigieg a Beto ÒRourke, e che potrebbe togliere spazio alla generazione di mezzo, da Kamala Harris a Elizabeth Warren.
Secondo un sondaggio Morning Consult/ Politico, Biden batterebbe Trump di otto punti, 42 a 34. Il vantaggio è ancora più marcato tra le donne ( con il 45% a favore del primo e il 28% a favore del secondo) e tra i millennials, dove è in testa con uno scarto di 22 punti.