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Ancora condanne e processi sommari in Turchia. Ieri mercoledì 20 marzo la delegazione degli osservatori internazionali presenti, provenienti da diversi paesi europei e anche dall’Italia, ha comunicato che si è concluso con pesanti condanne, a Silivri, in un carcere militare a 150 km di distanza da Istanbul, il processo contro il presidente Selcuk Kozagacli e 19 avvocati dell’associazione CHD, sei dei quali già in detenzione da più di 17 mesi e tra questi: Barkin Timik, 18 anni e 9 mesi; Ebru Timtik e Ozgur Yilmaz, 13 anni e 6 masi; Selcuk Kozagacli, 10 anni e 5 mesi; Engin Gokoglu, Aytac Unsal e Sukeyman Gokten 10 anni e 6 mesi Naclye Demir e Aycan Cicek, 9 anni; Ezgi Cakir, 7 anni Il processo, iniziato nel settembre 2018 e proseguito nel mese di dicembre, si è svolto in un clima segnato da gravissime violazioni dei diritti dei detenuti e del diritto alla difesa. L’udienza del 19 marzo, nel corso della quale dovevano essere escussi alcuni dei testi della difesa, si è svolta in un clima di crescente intimidazione fino a giungere all’allontanamento dei difensori dall’aula di udienza dopo la presentazione di un’istanza di ricusazione del collegio giudicante.
Alla ripresa nella giornata di ieri, in spregio a qualsiasi più elementare regola processuale si è giunti direttamente alla pronuncia della sentenza di condanna, senza che i difensori abbiano potuto effettuare la discussione finale. Gli avvocati dell’associazione CHD, dichiarata fuori legge in base alle leggi emergenziali, sono stati arrestati in assenza di un capo di imputazione preciso, solo perché colpevoli di aver esercitato con indipendenza il loro mandato, ad esempio consigliando ai loro clienti, di avvalersi della facoltà di non rispondere e di esercitare le altre facoltà previste dalla legge. Secondo i dati più recenti diffusi da Arrested Lawyers Initiative, associazione di avvocati turchi in esilio, dal giorno del fallito colpo di stato del luglio 2016 in Turchia 1,546 avvocati sono stai indagati, 599 arrestati, 248 condannati per un totale di 1603 anni di prigione.
Ma la repressione e la violazione dei diritti della difesa in Turchia ha radici molto più antiche e già negli anni precedenti al tentato colpo di stato numerosi avvocati, colpevoli solo di assistere persone accusate di far parte del Pkk ( il partito dei lavoratori del Kurdistan) considerato dal Governo turco un’associazione terroristica sono stati ingiustamente arrestati e condannati a lunghi anni di prigionia. L’art. 314 del c. p. turco punisce l’organizzazione e la direzione al primo comma 314 e la partecipazione al secondo comma e le due ipotesi sono punite da 7,5 a 22,5 anni di reclusione. Il codice penale non contiene una definizione di banda armata o di organizzazione armata. La mancanza di definizioni precise conducono ad applicazioni ed interpretazioni arbitrarie. Secondo i dati più recenti 221,366 persone sono state accusate di far parte di organizzazioni terroristiche negli ultimi 5 anni.
Il Consiglio Nazionale Forense in un comunicato prontamente emesso esprime riprovazione e condanna per il processo sommario al quale sono stati sottoposti gli avvocati della associazione CHD in spregio delle più elementari regole del giusto processo e dello Stato di diritto.