«La quantità di attacchi informatici pesanti, che si sono verificati sui tre rami del governo, della magistratura e del parlamento, così come sull'industria nucleare, sono senza precedenti ed enormi». Lo ha detto l'ex segretario del National Virtual Space Center Abolhassan Firouzabadi, citato dai media di Teheran dopo il cyberattacco subito dall'Iran. «Durante gli attacchi è stata rubata una grande quantità di informazioni», ha aggiunto Firouzabadi, senza menzionare la data degli attacchi. Tra gli obiettivi - ha continuato - anche reti di distribuzione e trasporto di carburante, municipalità e porti.

E intanto continua il pressing per arrivare ad un cessate il fuoco da parte del premier libanese Najib Mikati, che ha parlato a distanza di poche ore prima con Amos Hochstein, rappresentante della Casa Bianca, e poi con il presidente dell'Assemblea consultiva islamica dell'Iran, Mohammad Bagher Ghalibaf. 

Parlando con Hochstein per telefono, Mikati si è concentrato sulle strategie per fermare gli «scontri militari'» e procedere con una soluzione politica globale basata sulla Risoluzione 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che comporterebbe un cessate il fuoco permanente e la fine delle ostilità tra Hezbollah e Israele. Nell'incontro con Ghalibaf a Beirut, Mikati ha ribadito che la priorità del governo libanese è «lavorare per un cessate il fuoco, fermare l'aggressione israeliana e garantire la sicurezza del Libano e del suo popolo».

E mentre in Israele continuano a risuonare gli allarmi per il lancio di missili da Nord, a Gaza la situazione resta complicata. «L'escalation di violenza nel nord di Gaza sta avendo un impatto disastroso sulla sicurezza alimentare. Nessun aiuto alimentare è arrivato nel nord dal 1° ottobre», è il World Food Programme (Wfp), l'agenzia dell'Onu per la sicurezza alimentare, a lanciare l'ennesimo allarme su Gaza con questo post sul suo profilo X, in cui aggiunge: «Non è chiaro per quanto dureranno le scorte alimentari rimanenti del Wfp nel nord, già distribuite a rifugi e strutture sanitarie».

La notte scorsa almeno 22 persone sono state uccise dai bombardamenti israeliani sulla città di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza e oltre ai morti ci sono anche feriti e un certo numero di dispersi ancora sotto le macerie. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha parlato di almeno 30 feriti e 14 dispersi.