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I neoiscritti a Cassa Forense non ci stanno: sono loro le vittime principali dell’emergenza Coronavirus, risultando attualmente esclusi, in attesa di un chiarimento da parte del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, dalla platea dei beneficiari del reddito di ultima Istanza. E al momento non è dato nemmeno sapere perché. I requisiti richiesti per l’accesso al fondo sono pienamente integrati: iscrizione attuale e in via esclusiva all’Ente previdenziale privato e l’aver dichiarato meno di 35mila euro nel 2018. Ed è qui che risiederebbe l'esclusione, in quanto bisogna tenere a mente che molti praticanti abilitati, e quindi iscritti nel 2019 e nel 2020 alla Cassa, hanno dichiarato redditi anche nel 2017/2018 e che quelli con reddito zero non avevano alcun obbligo. Tale discriminazione, denuncia l’avvocato tarantino Stefania Giannico, che ha lanciato un tweetbombing per sollecitare entro il 30 aprile una interpretazione autentica da parte del ministro del Lavoro, parrebbe quantomeno ingiustificata. Il tweetbombing, attraverso l’hashtag #600europertutti, coinvolge i profili di Cnf, Ocf, quello del ministro Catalfo e quello dell'associazione degli enti previdenziali privati. «Si tratta di una iniziativa che registra la vicinanza dell'avvocatura tarantina della Provincia, dai risvolti nazionali - ha dichiarato l'avvocato Giannico - occorre, infatti, che nessuno si senta abbandonato ed escluso in questo momento difficile, dove per tutelare il bene primario della salute stiamo assistendo all’inginocchiarsi dell’economia. Stare accanto alle fasce deboli, ora dell’avvocatura italiana, ma in generale di tutti i giovani che investono nel proprio futuro è un dovere morale. Il ministro Catalfo deve prestarci ascolto e gli Enti di Previdenza devono assisterci al bisogno ed è questa la sfida che oggi ci proponiamo di vincere».I giovani avvocati hanno interessato Cassa Forense per avere la garanzia che, a prescindere dal parere del ministro, la Cassa garantisca, anche attraverso fondi propri, un trattamento assistenziale pari a quello degli altri avvocati, iscritti alla stessa prima del 2019. Cassa Forense, con un comunicato pubblicato sul proprio sito domenica, ha intanto inteso rassicurare i giovani avvocati, precisando «che le domande presentate da coloro che sono stati iscritti alla Cassa successivamente al 1° gennaio 2019 sono state regolarmente acquisite e conservano intatta la loro posizione cronologica, stante il criterio di erogazione, appunto cronologico, previsto dal provvedimento ministeriale che Cassa Forense deve osservare. Si ribadisce, quindi, che non è stata operata alcuna esclusione e che entro la corrente settimana si provvederà, secondo le determinazioni che verranno assunte, a proseguire nei pagamenti agli aventi diritto e fino alla capienza del fondo stanziato». Per l’avvocato Giannico è proprio quell’inciso a spaventare i giovani legali: la protesta - ha chiarito - è finalizzata ad evitare proprio che la platea dei giovani avvocati venga inserita tra coloro che non hanno diritto. Motivo per cui, «il ministro Catalfo dovrà necessariamente pronunciarsi».