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La 'ndrangheta. Erano in mano alla ’ ndrangheta le attività commerciali intorno a Malpensa. Lo ha svelato la vasta operazione antimafia ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, truffa aggravata ai danni dello Stato e intestazione fittizia di beni, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico.
Il controllo dei terreni
La criminalità aveva il controllo completo dei terreni intorno all’aeroporto di Malpensa. È la vicenda emersa dall’indagine “Krimisa”, che trae il nome dall’antico nome greco di Cirò Marina, in Calabria, ha dimostrato il collegamento tra la locale di Lonate Pozzolo e Legnano ( Milano) con la terra d’origine.
Gli ’ ndranghetisti, molti dei quali colpiti già nel 2009 e nel 2010 da lunghe pene detentive nell’ambito delle indagini Bad Boys e Crimine infinito, avevano “ricostruito” completamente la loro organizzazione in Lombardia, e ora puntavano sul controllo dei parcheggi intorno allo scalo internazionale, diventato «più appetibile economicamente ora che Linate è chiuso per 4 mesi», ha fatto presente la pm antimafia Alessandra Cerreti, che insieme al numero uno della Dda Milanese, Alessandra Dolci, ha coordinato l’indagine.
La denuncia
L’unico a rompere il silenzio è stato un imprenditore locale, che avrebbe voluto acquisire un terreno per costruirvi un parcheggio: infinite le pressioni delle cosche, anche indirettamente tramite un consulente del lavoro, ora ai domiciliari, «che si fingeva neutro ma era in realtà portatore di interesse dei mafiosi».
Tra coloro che inviavano messaggi intimidatori, anche una giovane incensurata, fidanzata del figlio del boss, al quale era intestato uno dei parcheggi già in mano alla ’ ndrangheta. «La presenza di un imprenditore che denuncia ci dà speranza: è la prima volta in Lombardia» ha sottolineato l’aggiunto Dolci.
C’è anche un consigliere comunale di Ferno, nel Varesotto, tra gli arrestati dell’operazione Krimisa. Si tratta di Enzo Misiano, eletto con Fratelli d’Italia. Ferno è uno dei comuni su cui insiste l’aeroporto di Malpensa. Misiano era presidente della commissione commercio e attività produttive, posizione nella quale poteva controllare per conto delle cosche gli investimenti e i terreni appetibili dai clan per la costruzione dei parcheggi.
Misiano, inoltre, non era solo un fiancheggiatore, ma proprio un interno alla ’ ndrangheta: quando i capi della cosca Farao- Marincola di Cirò Marina.