Il dibattito sul presente e sul futuro dell'Europa si sposta per qualche giorno negli Stati Uniti, a Washington, dove è in programma fino a domani il vertice della Nato in occasione dei 75 anni dalla firma del Patto Atlantico e dalla costituzione dell’Alleanza.

Nel 1949 c’era la necessità di rimuovere le macerie della Seconda guerra mondiale e costruire una cornice di sicurezza, con fondamenta militari stabili e durature, tale da evitare gli scempi dei decenni precedenti. Oggi, il “vecchio continente” fa di nuovo i conti con la guerra: l’invasione militare dell’Ucraina e il bombardamento russo sull’ospedale pediatrico di Kyiv – definito senza esitazioni un crimine di guerra - stanno catalizzando l’attenzione dei capi di Stato e di governo dei Paesi Nato riuniti nella “Joint Base Andrews”.
La conferenza stampa del Segretario generale uscente della Nato, Jens Stoltenberg, indetta per domani sera (alle 16.30 ora locale), servirà a fare il punto sulla preoccupante situazione in Ucraina e sulle prossime mosse da fare. Al suo arrivo a Washington Stoltenberg ha ringraziato il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, per l’impegno statunitense in favore della Nato e dell’Ucraina. «Washington - ha affermato Stoltenberg - ha fatto davvero la differenza e ci ha permesso di fornire un supporto senza precedenti all’Ucraina». Il rappresentante dell’Alleanza atlantica ha condannato gli «orrendi attacchi missilistici contro le città ucraine, che hanno ucciso civili innocenti, compresi bambini», anticipando che nel summit di Washington gli alleati prenderanno decisioni per rafforzare ulteriormente il supporto della Nato in favore di Kyiv. La deterrenza e la difesa sono due capisaldi della Nato, che, ha evidenziato il Segretario generale, «ha le forze, la prontezza e le capacità per continuare a scoraggiare qualsiasi aggressore».
Gli attacchi missilistici sulla capitale ucraina sono stati commentati anche dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, presente a Washington per il vertice Nato. «Le immagini dei bambini malati oncologici per strada – ha detto Meloni - a seguito del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Kyiv mi sembrano spaventose. Quando si aggredisce così la popolazione civile, e lo si fa con questa veemenza, accanendosi sui bambini, i segnali che arrivano sono decisamente altri rispetto a quelli che una certa propaganda russa vorrebbe far passare». La presidente del Consiglio ha sottolineato l’ambiguità di Mosca che in alcune occasioni esprime la volontà di trattare per una risoluzione pacifica del conflitto, ma nei fatti si comporta in maniera diametralmente opposta.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha definito in un post su X il summit americano “storico” e ha aggiunto che verrà commemorata «la più forte alleanza difensiva della storia». Alcune considerazioni legate al conflitto nel “cuore dell’Europa” vengono fatte pure dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan - anche lui a Washington -, secondo il quale «occorre fare attenzione per evitare che i Paesi membri della Nato vengano coinvolti nella guerra in Ucraina». «Mentre definiamo le misure da adottare per sostenere l'Ucraina – ha sostenuto Erdogan -, manteniamo anche la nostra posizione di principio per evitare che la Nato entri a far parte della guerra».
Non solo le celebrazioni per i 75 anni di vita della Nato; oltreoceano si discuterà sul contributo finanziario che i Paesi membri dell’Alleanza dovranno continuare a garantire e sugli ulteriori sforzi da fare. Il superamento del 2% del Pil da destinare alla spesa per la difesa è uno degli obiettivi principali. Senza dimenticare le nuove sfide. Il Center for Strategic and International Studies (Csis) di Washington in un articolo pubblicato due giorni fa analizza gli scenari legati alla guerra ibrida con la Russia.
«Forse – scrivono Frank Hoffman, Matt Neumeyer e Benjamin Jensen - a causa della sua intensa, ma stagnante battaglia con Kyiv, Mosca sta iniziando ad espandere misure attive e tattiche di conflitto ibrido in tutta Europa. Ciò include sabotaggi, incendi dolosi e attacchi informatici. La preoccupazione della Nato per il lato oscuro del conflitto ibrido russo è giustificata e per questo ha pubblicamente messo in guardia la Russia sulle sue attività ibride individuate nella Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia e Regno Unito».

Stati Uniti ed Europa, all’interno dell’Alleanza, dovranno essere in grado di attuare una strategia comune per evitare situazioni ben più preoccupanti di quelle attuali. «Indipendentemente da come se la caverà in Ucraina – aggiungono gli analisti del Csis -, è chiaro che la Russia continuerà a cercare di destabilizzare l’Occidente, interferendo attraverso il finanziamento di organi di informazione amici e sovvertendo i partiti politici. Come ha osservato lo storico e saggista Mark Galeotti, non c’è nulla di nuovo nell’uso di queste tecniche da parte della Russia, la maggior parte delle quali sono vecchie come il mondo. I Paesi della Nato dovranno essere preparati a respingere questa “guerra nell'ombra” e allo stesso tempo dovranno essere capaci di attuare una difesa collettiva».