Un “sì” risicato e al fotofinish, con un vantaggio di appena seimila voti che però permette alle istituzioni della Moldavia di introdurre le modifiche costituzionali necessarie per aderire all’Unione Europea. Il margine più che esiguo con cui è passato il referendum costituzionale fotografa un paese teoricamente spaccato in due, con una parte del paese dell’Europa orientale di 2,6 milioni di abitanti che desidera aggrapparsi all’Occidente e un’altra che continua a essere attratta nell'orbita della Russia. E proprio su questo doppio binario si è giocato il referendum di domenica scorsa che ha fatto registrare un'affluenza alle urne superiore al 50%.

I dati ufficiali, resi noti ieri pomeriggio, hanno visto il Sì prevalere con il 50,46% e il No fermarsi al 49,54%, con oltre il 99,6% dei voti scrutinati. In realtà, secondo tutti i sondaggi della vigilia in molti si aspettavano che il referendum passasse comodamente, anche perché il voto è stato accoppiato con le elezioni presidenziali in cui Maia Sandu, la presidente pro- UE in carica, non è riuscita a ottenere la rielezione a titolo definitivo e deve affrontare un secondo turno il mese prossimo.

Commentando il risultato del referendum, Sandu ha detto che le forze europeiste hanno vinto la prima battaglia in una lotta difficile. Ha accusato quelli che ha definito «i nemici della Moldavia», e «i gruppi criminali», che hanno cercato di comprare voti, un fenomeno che definisce «pericoloso per qualsiasi democrazia».

Già domenica, Sandu aveva denunciato come il risultato di stretta misura fosse la conseguenza di interferenze straniere nella politica moldava: «un assalto senza precedenti» sonio state le sue parole. In nessuna delle occasioni ha comunque fatto esplicito riferimento alla Russia, ma è un segreto di Pulcinella. Nelle ultime settimane, peraltro, le autorità moldave hanno scoperto un gigantesco schema di pagamenti provenienti da Mosca e diretti a migliaia di privati moldavi per votare contro di lei e contro il referendum per l’adesione all’Ue. Il suo governo ha fatto sapere di avere diverse evidenze che siano stati comprati almeno 300mila voti.

La voce ufficiale del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a rispondere che Sandu dovrà presentare prove per suffragare le sue affermazioni.

Il portavoce dell'Unione europea Peter Stano ha rincarato la dose affermando che il voto si è svolto «sotto un’interferenza e un’intimidazione senza precedenti da parte della Russia e dei suoi delegati».

Anche la Germania ha puntato il dito sulle ingerenze del Cremlino nel voto di domenica: «Vediamo che la Russia e gli attori filo- russi stanno cercando di destabilizzare la Moldavia su larga scala», ha detto la vice portavoce del governo Christiane Hoffmann a Berlino. «Condanniamo questa continua manipolazione e i tentativi di influenzare le elezioni democratiche e, in definitiva, il processo decisionale del popolo moldavo», ha detto ancora Hoffmann che, allo stesso tempo, ha chiesto un’indagine sugli eventi e assicurato alla Moldova il sostegno per il percorso di avvicinamento all’Europa Il mese scorso Ilan Shor, un uomo d'affari e politico moldavo filo- russo aveva ammesso che avrebbe pagato denaro per convincere «quante più persone possibile» a votare No o ad astenersi dal referendum sull’Ue. La scorsa settimana, Shor ha poi rilasciato un altra dichiarazione in video invitando gli elettori moldavi ad esprimersi per «chiunque tranne Sandu alle elezioni presidenziali».

Alcune prove sarebbero state raccolte anche da media internazionali come la BBC che afferma di avere informazioni dettagliate su una compravendita di voti in un seggio elettorale per i residenti della regione separatista moldava della Transnistria, sostenuta economicamente, politicamente e militarmente dalla Russia Sandu in ogni caso ha vinto il primo turno elettorale con il 41% dei voti contro il 26% del suo avversario più diretto, Aleksandr Stoianoglo, sostenuto dal Partito socialista filo- russo, il quale però ha ottenuto un risultato considerevolmente superiore alle aspettative.

La presidente uscente si trova di fronte un difficile secondo turno perché altri candidati come il populista Renato Usatii e l'ex governatrice della Gagauzia Irina Vlah, con molta probabilità si uniranno contro di lei appoggiando la campagna Stoianoglo. Il ballottaggio, previsto per il prossimo fine settimana, sarà dunque incerto e carico di tensioni.

A incidere sul risultato positivo del referendum è stato soprattutto il voto dei giovani che hanno sostenuto l'idea di una futura Moldavia come membro permanente dell’Unione europea. Le loro aspirazioni sono quelle di un paese che possa godere dei vantaggi economici del continente europeo e la possibilità di avere maggiori opportunità personali. Uno schema prevalente in quasi tutte le ex repubbliche sovietiche. A pesare sulla loro preferenza anche un passato ingombrante legato ancora a Mosca nonostante i tre decenni trascorsi dal crollo del muro di Berlino e dell’Unione Sovietica.