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Il processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea potrebbe durare «15 o anche 20 anni». A dirlo il ministro per gli Affari europei della Francia, Clement Beaune, in un intervento per l’emittente «Radio J». «Dobbiamo essere sinceri. Se diciamo che l’Ucraina entrerà a far parte dell’Ue tra sei mesi, un anno o due anni, mentiamo. Non è vero. Probabilmente saranno quindici o vent’anni, un periodo molto lungo», ha detto Beaune, secondo cui, nel frattempo, si deve garantire «agli ucraini un progetto» a cui possano aderire. La Comunità politica europea, come propone il presidente francese Emmanuel Macron, è «complementare all’Ue» e «può offrire un progetto politico e concreto a Paesi che non sono nel cuore dell’Ue e che vogliono avvicinarsi a noi», ha osservato il ministro. «Non è una porta chiusa, ma al contrario una porta aperta», ha detto, citando vantaggi come la «libera circolazione in Europa» e la possibilità di «beneficiare in parte del bilancio europeo per la ricostruzione e domani per il rilancio» dell’Ucraina, e forse politiche comuni sull’energia. Il presidente francese Emmanuel Macron ha invece invitato i paesi partecipanti alla 75a Assemblea mondiale della sanità a sostenere una risoluzione che condanni l'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina e «ha riaffermato la piena solidarietà della Francia e dell'Unione europea all'Ucraina» . «Condanniamo con la massima fermezza l'aggressione militare commessa dalla Russia, con la colpevole complicità della Bielorussia», ha affermato Macron in un videomessaggio in apertura dell'Assemblea, che si riunirà per tutta la settimana a Ginevra. «Le conseguenze di questa guerra sono devastanti, sul piano sanitario, sulle popolazioni, sugli stabilimenti e sul personale sanitario, che ne sono presi di mira. Invito tutti gli Stati membri a sostenere la risoluzione presentata dall'Ucraina», ha aggiunto. Già sostenuto dai principali alleati tra cui Francia, Ue e Stati Uniti, il testo dovrebbe essere adottato martedì. Pur condannando fermamente la Russia, «in nessun caso» prevede l'esclusione della Russia, ha affermato un diplomatico occidentale, ricordando che le sanzioni contro un Paese membro autorizzate dai regolamenti dell'Oms sono «molto deboli».