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Una sentenza della Corte europea di giustizia che potrebbe avere ripercussioni su tutta la politica riguardante l’immigrazione nel vecchio continente. In una nota odierna infatti viene comunicato che un richiedente asilo che si sposti sul territorio europeo non può essere respinto verso il Paese nel quale ha fatto domanda di protezione internazionale se non con il consenso di quest'ultimo. La Corte ha emesso la sentenza avendo deciso sulla base del ricorso presentato dal cittadino iracheno Adil Hassan che aveva fatto domanda di protezione internazionale in Germania. Hassan si era poi recato in Francia. Bloccato dalle autorità, che nel frattempo avevano chiesto ai tedeschi di riprenderlo in carico, era stato comunque trasferito in Germania senza che Berlino avesse dato il suo assenso.Da qui il ricorso di Hassan il quale si è appellato al regolamento di Dublino III. La Corte di giustizia esaminata la procedura ha quindi sentenziato che “dalla genesi e dall'obiettivo del regolamento Dublino III emerge con chiarezza che una decisione di trasferimento può essere adottata e notificata all'interessato solo dopo che lo Stato membro richiesto abbia, implicitamente o esplicitamente, accettato di riprendere in carico tale persona”La sentenza, come è facile intuire, riapre le porte al diritto di movimento dei migranti e rifugiati che nella stragrande maggioranza dei casi sono respinti nei paesi europei di provenienza. Basti pensare alla situazione di Ventimiglia o al confine est italiano,La decisione Ue è importante anche perché mette in discussione un automatismo dei respingimenti che come nei casi di Francia o Austria sono stati dati per scontati fino ad oggi. In questo senso è notevole la chiarezza contenuta nel dispositivo della sentenza quando si afferma che una persona "potrebbe essere costretta, prima ancora che lo Stato membro richiesto abbia risposto alla richiesta di ripresa in carico, a proporre un ricorso contro la decisione di trasferimento ancorché un tale ricorso possa intervenire solo nel caso in cui lo Stato membro richiesto abbia risposto favorevolmente alla richiesta di ripresa in carico". Le ricadute in Italia poi potrebbero riguardare anche ciò che è contenuto nel famoso “contratto” stipulato da Lega e Movimento 5 Stelle in tema migranti. I proclami di Matteo Salvini sul rimpatrio infatti sarebbero inattuabili anche in sede legale. Se infatti i richiedenti asilo che si trovano qui riuscissero a spostarsi in altri paesi potrebbero essere respinti solo dopo l’assenso italiano. Il ministro degli Interni in pectore avrebbe convenienza elettorale a riaccoglierli?