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Più che un cognome una dinastia, la più famosa e influente della politica americana. Solo che Robert Francis Kennedy jr, per i media Rfk, è la scheggia impazzita, la pecora nera della famiglia da cui oggi sembra lontano anni luce. Terzo degli 11 figli di Robert Kennedy e nipote dell’ex presidente John Fritzgerald, Rfk ha seguito nel tempo una traiettoria tutta sua, alimentata da una personalità sfuggente e da un’ossessione per i complotti. Sviluppando un’aperta ostilità nei confronti della sua provenienza politica, «il partito della guerra», come ama definire i democratici.
Ex avvocato in prima linea nelle battaglie ambientali, per anni ha goduto di una reputazione impeccabile negli ambienti progressisti, lottando in particolare contro l’inquinamento del fiume Hudson a New York, denunciando la contaminazione da mercurio e da carbone e pesticidi, provocato dai grandi gruppi industriali. Insomma il classico avvocato liberal che ha a cuore l’ecologia e la difesa dei cittadini. Nel 1995 il New York Magazine gli dedicò la prima pagina con il titolo: Il Kennedy che conta. Si sbagliava, o meglio, con il senno di poi aveva ragione ma per motivi opposti.
Negli anni 2000 arriva infatti la svolta ideologica che lo fa scivolare nel complottismo più radicale. Fondatore dell’organizzazione Children’s Health Defense, si impegna in una crociata contro i vaccini e le antenne 5G, accusati di provocare malattie gravissime e favorire lo sviluppo dell’autismo. Nessun dato scientifico ha mai avvalorato questa tesi che però in quel periodo era molto in voga.
«Bobby avrà anche il nome di nostro padre, ma non ha i suoi valori, la visione o il giudizio, è pericoloso per il Paese», aveva detto lo scorso anno la sorella Rory in un’intervista al Washington Post. All’epoca Rfk era ancora candidato alle primarie repubblicane; di lì a poco avrebbe gettato la spugna per allinearsi con convinzione alla campagna di Donald Trump.
E il tycoon lo ha ricompensato come meglio non avrebbe sperato, annunciando la sua nomina a futuro Segretario alla Salute e ai servizi umani (Hhs): «Sono lieto di annunciale la nomina di Robert F. Kennedy jr, svolgerà un ruolo importante nel garantire che tutti siano protetti da sostanze chimiche nocive, inquinanti, pesticidi, prodotti farmaceutici e additivi alimentari che hanno contribuito alla travolgente crisi sanitaria in questo Paese», ha scritto Trump su X.
Le sue posizioni no vax durante la pandemia di Covid 19 hanno portato all’oscuramento del suo account su Instagram per la diffusione di «ripetute affermazioni già risultate false». L'anno scorso, durante un comizio a Washington era ritornato a parlare delle limitazioni e dei divieti per i non-vaccinati durante la crisi sanitaria, affermando che la Germania nazista era un Paese più libero degli stati Uniti e offrendo ai fan una sconcertante similitudine: «Anche Anna Frank aveva avuto più possibilità di nascondersi dai nazisti di quante ne ha un non vaccinato in America».
Durante le restrizioni per la pandemia Rfk è diventato improvvisamente popolare tra i sostenitori del movimento Maga vicinissimo a Donald Trump per i suoi attacchi violenti all'epidemiologo della Casa Bianca Anthony Fauci, sostenendo che fosse addirittura a capo di una cospirazione volta a «distruggere la democrazia in Occidente». A notare il suo potenziale politico è stato Howard Lutnick, ceo di Cantor Fitzgerald, co-presidente del team che gestirà la transizione di poteri di Trump nonché complottista della prima ora, sostenitore della tesi dei vaccini infantili farlocchi, approvati dai National Institutes of Health perché foraggiati dalle case farmaceutiche: «Ho trascorso due ore e mezza questa settimana con Bobby Kennedy Jr. ed è stata un’esperienza straordinaria», ha detto dopo il loro primo incontro.
Piazzare un no vax a capo del Dipartimento di Salute è una scelta provocatoria, in tal senso molto “trumpiana” e coerente con il resto delle nomine fin qui annunciate dal presidente eletto. In attesa di capire come si muoverà l’erede dei Kennedy, il suo arrivo nella stanza dei bottoni ha già provocato scompiglio a Wall street con il crollo delle azioni dei produttori di vaccini. Ieri le azioni di Moderna hanno chiuso in ribasso di oltre il 5%, quelle di Novavax sono scese di oltre il 7% e quelle di Pfizer hanno perso circa il 2%. Male anche BioNTech, che a fine seduta ha registrato un calo di oltre il 6% e la britannica Gsk, che ha chiuso anche in ribasso di circa il 2%.