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La decisione di desecretare tutti i documenti sugli omicidi dei fratelli Kennedy e Martin Luther King non è certo il più esplosivo nel diluvio di ordini esecutivi diramati da Donald Trump in tre giorni di presidenza. In compenso è uno dei meno attesi e forse il meno atteso di tutti perché, a differenza di tutti gli altri, Trump non lo aveva preannunciato in campagna elettorale, neppure solo come possibile terreno di intervento presidenziale.
Il presidente John Fitzgerald Kennedy fu ucciso a Dallas il 22 novembre 1963. Il suo assassino, Lee Harvey Oswald, fu a propria volta ucciso due giorni dopo, letteralmente sotto gli occhi della polizia, mentre veniva trasferito in carcere. L'uccisore di Oswald, un proprietario di night club vicino al mondo del crimine e alla Cosa Nostra americana, Hack Ruby, morì di cancro in carcere quattro anni dopo. La commissione Warren, istituita dal presidente Johnson concluse che nulla indicava un possibile complotto. Una seconda commissione, istituita negli anni '70 dal presidente Ford arrivò a conclusione opposta.
Il leader del Movimento per i Diritti Civili Martin Luther King, su assassinato a Memphis il 4 aprile 1968. Per l'omcidio è stato condannato James Earl Ray, fuggito a Londra dopo il delitto e catturato un anno dopo. Si dichiarò colpevole, su consiglio del suo avvocato, per evitare la pena di morte. Ritrattò tre giorni dopo. Il propretario di un ristorante adiacente al motel sul balcone del quale fu colpito King, denunciò un complotto nel quale erano coinvolti, oltre a lui, Cosa Nostra e il governo federale mentre Ray, innocente, era solo un capro espiatorio. Non fu creduto ma la famiglia del leader ucciso è rimasta convinta dell'innocenza del condannato, morto in carcere nel 1998.
Robert Kennedy, fratello del presidente assassinato e candidato nelle presidenziali del 1968 fu ucciso a Los Angeles il 5 giugno, mentre festeggiava la vittoria nelle primarie democratiche. A sparare fu certamente il palestinese Sirhan Sirhan, che disse di aver sparato per punire Bob Kennedy dello schieramento a favore di Israele. Il palestinese è ancora in carcere. Nel 2022 gli è stata rifiutata la libertà sulla parola, anche per il parere contrario di sei tra gli otto figli della vittima. In allcuni nastri registrati la notte dell'omicidio sembrano risuonare però 10 o anche 13 colpi mentre la pistola del palestinese aveva solo 8 colpi. Nasce da qui l'ipotesi di un secondo sparatore, della quale è convinto Robert Kennedy jr., oggi ministro della Sanità nell'amministrazione Trump.
Fra le ragioni che hanno spinto il presidente a desecretare tutti gli atti c'è quasi certamente un patto stretto con Kennedy jr, che col suo ritiro dalle presidenziali ha certamente facilitato e forse consentito la vittoria di Trump. Ma probabilmente c'è anche, forse, un tentativo di andare incontro agli umori della sua base elettorale. Negli Usa i tre omicidi degli anni '60 (quattro con quello di Malcolm X nel 1965) sono una ferita ancora non rimarginata e in particolare quello del presidente Kennedy, il più effettivamente sospetto, continua a essere ricordato e ricostruito in controinchieste, film, romanzi e canzoni come Libra, di Don De Lillo, 22/11/63 di Stephen King, American Tabloid di James Ellroy, il film "complottista" di Oliver Stone JFK al quale ha fatto seguito tre anni fa il documentario dello stesso regista JFK Revisited, basato sulla controinchiesta di James DiEugenio Destiny Betrayed, l'ultimo capolavoro di Bob Dylan Murder Most Foul. Un po' come il caso Moro da noi ma elevato alla decima potenza e basato su elementi sospetti concreti e non su semplici fantasie. L'elettorato di Trump, più che alla base di FdI in Italia, somiglia a quella del M5S: c'è dentro un po' di tutto, incluse tendenze opposte. Ma tra i tratti in comune, come del resto in Italia, c'è una visione "complottista" della storia alla quale il presidente ha scelto forse in questo modo di andare incontro.
Ma soprattutto nella mente del presidente la mossa annunciata due giorni fa si inscrive nella campagna contro l'FBI, che considera una specie di nemico giurato e con il quale è deciso a regolare i conti. Le zone d'ombra nei tre omicidi coinvolgono tutte, in un modo o nell'altro i federali, o come complici o come depistatori. Se dalla desecretazione emergesse anche solo qualche elemento concreto a loro carico Trump avrebbe tra le mani l'arma perfetta per dare scacco matto al Federal Bureau of Investigations.