La guerra nella Striscia di Gaza “deve finire”. Lo ha detto la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, parlando alla stampa dopo un colloquio con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. “E' il momento di porre fine a questa guerra: la sicurezza di Israele deve essere garantita, gli ostaggi devono essere liberati, e i palestinesi devono smettere di soffrire ed essere in grado di esercitare il loro diritto alla libertà e all'autodeterminazione”, ha detto, ricordando che sul tavolo c'è una proposta per la tregua a Gaza che prevede il ritiro delle forze israeliane dall'enclave e una cessazione permanente delle ostilità.

La vicepresidente degli Stati Uniti ha espresso la sua "forte preoccupazione" in merito all'impatto della guerra nella Striscia di Gaza sulla popolazione civile palestinese, che ha portato alla "morte di troppi civili innocenti" e ad una grave crisi umanitaria. Parlando con la stampa, Harris ha detto che quanto è accaduto a Gaza negli ultimi nove mesi è “devastante: davanti a questa tragedia non possiamo voltarci dall'altra parte, e io non rimarrò in silenzio”. 

Pur sostenendo il diritto di Israele a difendersi e ricordando gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, la vicepresidente ha affermato di aver espresso a Netanyahu la sua "seria preoccupazione per la portata della sofferenza umana" nell'enclave assediata. "Quello che è successo a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante. Le immagini di bambini morti e persone disperate e affamate che fuggono per mettersi in salvo, a volte sfollate per la seconda, terza o quarta volta". Harris a esortato tutti a condannare il terrorismo, la violenza, l’antisemitismo, l’islamofobia e l’odio di ogni tipo e a “fare tutto il possibile” per impedire la sofferenza di civili innocenti. 

Ma ora le parole della vicepresidente americana potrebbe ritardare un accordo sugli ostaggi, ha affermato un funzionario israeliano. "Spero che le cose che la vicepresidente ha detto in una conferenza stampa non vengano interpretate da Hamas come una frattura in via di sviluppo tra Israele e gli Stati Uniti, che ritarderebbe un accordo", ha detto il funzionario.

Secondo il sito d'informazione Axios, lo stesso Benjamin Netanyahu sarebbe "irritato" per le dichiarazioni pubbliche della vicepresidente Usa dopo il loro incontro di ieri a Washington, e teme che le parole della vicepresidente possano nuocere ai negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani e per un cessate il fuoco a Gaza. Harris e Netanyahu si sono incontrati ieri, all'indomani del discorso tenuto dal premier israeliano di fronte alle camere riunite del Congresso federale Usa, cui la vicepresidente ha deciso di non assistere. Per Harris si è trattato del primo colloquio con un leader straniero dopo il lancio della sua campagna presidenziale, seguito a sua volta al ritiro della candidatura del presidente Usa Joe Biden. Prima di incontrare Harris, Netanyahu si era confrontato per circa tre ore con Biden proprio in merito all'accordo promosso da Washington per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza.