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Neanche l’emergenza dell’epidemia Covid- 19 riesce a fermare la crisi della politica israeliana. È naufragato il tentativo di governo di unità nazionale fra Likud e Blu e Bianco, ed è scaduto il termine per il mandato esplorativo ottenuto dal leader del nuovo partito Benny Gantz. Il presidente di Israele Reuven Rivlin anche nel periodo di festività ebraica aveva prorogato di 48 ore quel mandato, ma alla fine non è servito. Così si rischia un ennesimo ritorno al voto per un Paese che è già andato a tre elezioni anticipate in un anno replicando sostanzialmente sempre lo stesso risultato di parità.
Proprio il dramma del coronavirus aveva offerto alle parti in causa l’occasione per giustificare quel governo di unità nazionale temporaneo che in precedenza avevano negato, ma le trattative non sono riuscite a sciogliere tutti i nodi. Prima di ricorrere ancora alle urne ci sono alcune settimane di tempo, durante il quale le trattative potranno andare avanti, ma saranno sempre più difficili, perché il presidente Rivlin ha detto che scaduto il mandato di Gantz non ne avrebbe dato uno a Netanyahu, e avrebbe rimesso al Parlamento la possibilità di presentare una squadra di governo entro 21 giorni. Rivlin è pronto a dare l’incarico a qualunque deputato dovesse dimostrarsi in grado di ottenere una maggioranza. In pratica questo riporterà in pista i soliti sfidanti, ma il presidente ha voluto così indicare che la situazione è aperta per poter uscire in qualunque modo dall’impasse. Ma con un limite: fra tre settimane il Parlamento verrà sciolto e si ritornerà di nuovo al voto per la quarta volta in poco più di un anno. Netanyahu e Gantz comunque hanno diffuso una nota congiunta in cui confermano l’intenzione di proseguire i negoziati per un esecutivo comune. Questa crisi politica inedita per Israele sommata alla gestione dell’emergenza Covid sembrano al momento rinforzare Netanyahu e indebolire Gantz, ma la situazione resta molto aperta, perché il coronavirus sta comunque minacciando di svilupparsi almeno in certe sacche di popolazione come gli ebrei ortodossi, gli arabi- israeliani e i palestinesi. E da lì ovviamente – a parte le tensioni anche politiche che si stanno generando – c’è sempre la possibilità che l’epidemia riprenda forza. Poi Netanyahu ha sempre i suoi guai giudiziari che lo attendono al varco.
Il nodo della giustizia è esattamente il tema principale che impedisce di concludere un accordo tra le due parti. D’altro canto Gantz era arrivato a mettere insieme una maggioranza di 61 deputati su 120, ma poi questo consenso non si è dimostrato solido e durevole. Anche i sondaggi indicano che al voto il Likud crescerebbe mentre Blu e Bianco calerebbe. Anche per questo Netanyahu se deve rinunciare al voto vuole un governo duraturo che gli assicuri di restare premier per un altro po’, mentre Gantz vuole solo un governo di emergenza per poi tornare a separarsi dall’ingombrante capo del Likud.