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Hamas rilascia tre ostaggi israeliani e Israele rilascia detenuti palestinesi
Sono passati 500 giorni dall’inizio della guerra tra Hamas e Israele e per le famiglie degli ostaggi il dolore e l’attesa sono ancora vivi. Oggi, in diverse città israeliane, tra cui Gerusalemme e Tel Aviv, parenti e attivisti sono scesi in piazza per chiedere la liberazione immediata delle persone ancora detenute nella Striscia di Gaza.
A Gerusalemme, i manifestanti hanno osservato un digiuno fino alle 20 ora locale (le 19 in Italia) e si sono riuniti davanti alla residenza del primo ministro israeliano prima di dirigersi verso la Knesset, il Parlamento. Tuttavia, la polizia è intervenuta per disperdere una protesta non autorizzata nei pressi dell’assemblea, dove un gruppo di manifestanti era seduto in cerchio invocando il rilascio degli ostaggi, come riportato dal quotidiano Haaretz.
Nel frattempo, a Tel Aviv, gruppi di studenti hanno preso parte a visite guidate nella Piazza degli Ostaggi, un luogo simbolo della memoria del massacro del 7 ottobre 2023 e della lunga prigionia delle persone rapite.
Tra le voci più accorate, quella di Sylvia Cunio, madre di David e Ariel Cunio, ancora in ostaggio: «Non abbandonateci più. Continuate con la fase 2 dell’accordo. Riportateli indietro!», ha dichiarato durante una manifestazione a Carmei Gat, nel sud di Israele.
La disperazione delle famiglie: «Gridiamo per chi non può farlo»
Per i parenti degli ostaggi, il tempo sembra essersi fermato. «Il 500esimo giorno non è diverso dagli altri che abbiamo vissuto», ha raccontato Makabit Mayer, zia dei gemelli Ziv e Gali Berman, entrambi 26enni e ancora nelle mani di Hamas. «Speriamo che questo incubo finisca il prima possibile. Per favore, aiutateci. Popolo di Israele, scendete in piazza con noi, gridate con noi per coloro che non possono farlo», ha aggiunto.
Anche chi ha già perso un proprio caro nel massacro del 7 ottobre chiede che il ritorno degli ostaggi diventi una priorità assoluta. Udi Goren, cugino di Tal Haimi, ucciso in quell’attacco e il cui corpo è ancora trattenuto da Hamas, ha sottolineato l’urgenza di un’azione concreta per il rilascio dei prigionieri.
«Vediamo la sofferenza dei palestinesi a Gaza. L’unico modo per fermarla, non solo per le famiglie degli ostaggi ma anche per i residenti della Striscia, è restituire tutti i prigionieri. Questa è la chiave per la ricostruzione e la guarigione», ha affermato Goren.