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«Il Coronavirus è la punizione divina per gli omosessuali». A pronunciare queste parole, poche settimane fa, era stato l’ultra-conservatore ministro israeliano della Salute Yaakov Litzman. Ed è proprio lui, oggi, assieme alla moglie, a risultare positivo al Coronavirus. La notizia della positività risale al primo aprile ed ha spinto anche il primo ministro Benyamin Netanyahu a mettersi in quarantena per precauzione. Litzman avrebbe ripetutamente ignorato le regole di distanziamento sociale imposte alla popolazione dal suo steso dicastero, in primo luogo per continuare a prendere parte alle riunioni du culto. Autoisolamento di 15 giorni anche per il capo del Mossad, Yossi Cohen, per il capo di Stato maggiore, Aviv Kohavi, e due altri generali. Litzman, 71 anni, che giovedì sera stava partecipando in videoconferenza a una riunione del gabinetto relativa all'emergenza coronavirus, si trova in buona salute. Il leader del partito ultra-ortodosso sabato scorso, ovvero tre giorni dopo l'entrata in vigore delle linee guida del governo per contrastare la diffusione del virus, rifiutandosi di rimanere a casa. Lunedì, dopo la stretta alle misure del governo, che hanno imposto il divieto di preghiera di gruppo, all'interno o all'esterno, Litzman sarebbe stato visto nuovamente in una sinagoga, non lontano da casa.