Il Parlamento iracheno ne aveva cominciato a parlare già nei mesi scorsi, ma ora la sconcertante legge che prevede l'abbassamento radicale del limite di età per i matrimoni di minori sembra essere in dirittura di arrivo. A lanciare l'allarme era stata la scorsa estate Human Rights Watch ma ora il caso ha attirato l’attenzione dei media internazionali.

L'età legale del consenso sessuale passerà quindi da 18 a 9 anni con conseguenze spaventose per le bambine del paese arabo. In questa maniera l'Iraq potrebbe tornare indietro alla legislazione di 65 anni fa. Come detto, il progetto di legge è stato discusso per diversi mesi dalle forze politiche che avrebbero raggiunto un accordo. La legge del 1959 aveva assicurato che un tale scenario non si verificasse proteggendo i bambini dalle trasgressioni dei loro diritti internazionali. Tale modifica della norma era già stata proposta nel 2014 e nel 2017, ma non era fortunatamente arrivata in porto. Oggi però, sotto la crescente pressione dei gruppi religiosi sciiti patrocinati dall’Iran, l’incubo sta diventando realtà.

Nel parlamento iracheno c'è comunque chi si oppone fermamente. È il caso della deputata Alia Nassif: «Purtroppo, i deputati maschi che sostengono questa legge parlano in modo maschile e si chiedono cosa c'è di sbagliato nel matrimonio di un minore. Il loro ragionamento è di mentalità ristretta. Non prendono in considerazione il fatto che sono i legislatori che determinano il destino del popolo».

Secondo Sarah Sanbar, ricercatrice sull'Iraq presso Human Rights Watch: «L'approvazione di questo disegno di legge da parte del parlamento iracheno rappresenterebbe una devastante battuta d'arresto per le donne e le ragazze irachene e per i diritti che sono stati in grado di sancire dalla legge invece di essere costrette a indossare un abito da sposa».

Attualmente, nonostante la legge attuale, il 28% delle ragazze si sposa prima dei 18 anni, secondo quanto rilevato da un'indagine delle Nazioni Unite. E il 22% di queste minori ha meno di 14 anni. Se, inoltre, la legge viene modificata, è ragionevole temere un aumento significativo dei matrimoni minorili. Un disastro che viene visto come una vera e propria legalizzazione della violenza sessuale sulle ragazze limitando inoltre il loro accesso all'istruzione e alle opportunità di lavoro

Ma a far sorgere timori maggiori è l'idea che questa modifica legislativa faccia parte in realtà di un progetto più vasto che introdurrebbe prescrizioni di tipo religioso sempre maggiori tali da configurare uno stato etico. L'emendamento all'attuale norma infatti prevede anche la privazione dei diritti delle donne al divorzio, alla custodia dei figli e all'eredità minando il principio di uguaglianza garantito dalla legge irachena.

In base al progetto di emendamento, le coppie che stipulano un contratto di matrimonio sarebbero in grado di scegliere se applicare le disposizioni della legge sullo status personale o quelle delle scuole islamiche di giurisprudenza. Se le coppie sono di fedi diverse, la confessione del marito avrebbe la priorità.

Questo sistema stabilirà di fatto regimi giuridici separati con diritti diversi concessi a ciascuna fede. Rafforzerebbe ulteriormente il settarismo in Iraq, minando il diritto all'uguaglianza legale di tutti gli iracheni, che è garantito dall'articolo 14 della Costituzione, così come le regole internazionali relative ai diritti umani.

La giurisprudenza islamica, sostenuta da molti musulmani sciiti in Iraq, consente già il matrimonio di ragazze a partire dai 9 anni e ragazzi dai 15 anni. Al contrario, la legge sullo status personale fissa l'età legale del matrimonio a 18 anni, o 15, con l'autorizzazione di un giudice e a seconda della maturità e delle capacità fisiche del figlio. Anche questa eccezione contravviene già alle norme giuridiche internazionali.

La modifica di legge proposta è stato portata avanti da Raad al-Maliki, un deputato indipendente che in precedenza aveva introdotto un emendamento alla legge anti-prostituzione irachena, approvata nell'aprile 2024. Con questa modifica si criminalizzano le relazioni tra persone dello stesso sesso, gli interventi medici legati al genere. La legge rivista viola i diritti umani delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) in Iraq, compresi i loro diritti alla libertà di espressione, associazione, privacy, uguaglianza e non discriminazione.