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Oltre cinquanta fosse comuni riempite dei corpi dei soldati nemici, dei fedeli di minoranze religiose, dei membri delle tribù che non volevano sottostare alla "sovranità" del Califfato. La macabra scoperta in diverse parti dell'Iraq è stata rivelata dalla Bbc che ha citato le parole dell'inviato dell'Onu Jan Kubis al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: secondo Kubis sarebbero "la prova dei crimini efferati" commessi dai miliziani dello Stato Islamico. Le fosse sono state trovate negli ultimi mesi dall'esercito iracheno nei territori che hanno riconquistato all'Isis. Resti umani a Ramadi, a Sinjar, nel nord dell'Iraq, nei pressi di Anbar nell'Iraq occidentale e a Tikrit, sempre nel nord del paese. Tra gli uccisi soldati iracheni, donne e persone della minoranza Yazidi. Kubis ha aggiunto: "Condanno nei termini più forti possibili le continue uccisioni, i rapimenti, gli stupri e le torture perpetrate dall'Isis contro gli iracheni; possono costituire crimini contro l'umanità, crimini di guerra e persino genocidio".