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Le forze di sicurezza iraniane hanno esploso colpi d’arma da fuoco e lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti a Saqez, la città natale di Mahsa Amini, durante le commemorazioni per la sua morte. Lo ha denunciato Hengaw, Ong con sede in Norvegia che monitora le violazioni dei diritti in Kurdistan. «Le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni e hanno aperto il fuoco sulle persone in piazza Zindan, nella città di Saqez», si legge in un tweet. In precedenza, migliaia di persone si erano radunate presso la tomba della 22enne di origine curda, a 40 giorni dalla sua morte per mano della polizia morale, sfidando le ingenti misure di sicurezza sanguinosa e la repressione delle proteste guidate dalle donne. «Morte al dittatore», hanno cantato i manifestanti, uomini e donne, nel cimitero di Aichi a Saqez, nella provincia occidentale del Kurdistan, come mostrano diversi video condivisi online. Nella notte erano state rafforzate le misure di sicurezza nella piazza centrale e, secondo quanto riferito, erano state bloccate le vie d’accesso alla città. Secondo l’agenzia Fars alle proteste erano presenti circa 2 mila persone. In risposta alla repressione delle proteste, il Tesoro americano ha decretato sanzioni contro una decina di funzionari iraniani. Tra quelli nel mirino di Washington ci sono Mohammad Kazemi, a capo dell’intelligence dei Guardiani della Rivoluzione, e il governatore della provincia del Baluchistan, Hossein Modarres Khiabani, insieme ad altri due Pasdaran e il capo della polizia di Isfahan.