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La Corte Suprema iraniana ha annunciato di aver ordinato un nuovo processo per tre giovani condannati a morte per gli incidenti scoppiati durante le manifestazioni antigovernative del novembre 2019. «La richiesta di un nuovo processo per i tre condannati a morte in relazione agli incidenti è stata accettata», si legge in una nota della Corte suprema pubblicata sul suo sito web. «Il caso sarà giudicato da un altro tribunale», si aggiunge senza precisare altri dettagli. A luglio la magistratura iraniana aveva annunciato la sospensione del verdetto contro i tre imputati Amir Hossein Moradi, 26 anni, Said Tamdjidi, 28 anni e Mohammad Radjabi, 26 anni. Tutti e tre erano stati condannati a morte per aver «messo in pericolo la sicurezza interna» e «appiccato fuoco e distruggere la proprietà pubblica con l’intento di danneggiare il sistema politico della Repubblica islamica». Le forze di sicurezza hanno identificato e arrestato Amir-Hossein Moradi dai filmati della CCTV durante le proteste del novembre 2019. È stato picchiato durante il suo arresto e gli interrogatori e tenuto in isolamento per un mese. È stato anche torturato e costretto a comparire sulla televisione di stato per "confessare" di aver appiccato fuoco a banche e distributori di benzina e danneggiato proprietà pubbliche, ancor prima di essere processato e condannato da un tribunale. A Moradi e ad altri imputati nel caso è stato negato l'accesso agli avvocati durante la fase delle indagini. Gli altri due, Mohammad Rajabi e Saeed Tamjidi, sono fuggiti in Turchia dopo che il loro amico Moradi è stato arrestato, ma sono stati arrestati in Turchia, nonostante abbiano fornito ampie prove di essere in pericolo per aver partecipato alle proteste.