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Arrestato a giugno dopo aver postato un “punto” in risposta a un tweet della Guida suprema Ali Khamenei, il blogger e attivista Hossein Shanbehzadeh è stato condannato a 12 anni di carcere in Iran.
“Secondo il verdetto emesso dalla Sezione 26 del Tribunale rivoluzionario di Teheran, è stato condannato a cinque anni di carcere per propaganda a favore del regime sionista, quattro anni per insulto al sacro, un anno per propaganda contro il sistema e due anni e 50 milioni di toman di multa per aver pubblicato menzogne”, ha riferito l'avvocato del condannato, Amir Raesian, su X.
L'avvocato ha precisato che il condannato dovrà scontare una pena di cinque anni, la più lunga tra le pene per i reati di cui è accusato. Raesian ha detto che decideranno se ricorrere in appello contro le sentenze dopo aver parlato con il suo cliente. Shanbehzadeh è stato arrestato e accusato di spionaggio a favore di Israele lo scorso giugno, pochi giorni dopo aver risposto con un innocuo punto a un post su X in cui Khamenei posava con la squadra nazionale di pallavolo e in cui mancava quel segno di punteggiatura. Il suo messaggio è diventato virale e ha ricevuto più interazioni rispetto all'originale di Khamenei. L'account di Shanbehzadeh è stato quindi sospeso.
Shanbehzadeh è un noto editore e attivista che da anni critica la situazione in Iran, spesso con messaggi dai toni scherzosi, sui social network, che lo hanno portato a scontrarsi con la Giustizia iraniana. Nel 2019 l'attivista è stato condannato a sei anni di carcere per aver criticato il leader della Repubblica islamica, pena che non ha scontato. L'Iran ha intensificato la repressione contro artisti, donne senza velo e critici delle politiche della Repubblica islamica sullo sfondo del malcontento diffuso per la difficile situazione economica e le tensioni sociali.
A maggio, il regista Mohamad Rasoulof è fuggito dal paese dopo essere stato condannato a otto anni di carcere, fustigazioni e confisca delle proprietà dei suoi film. A giugno, un tribunale rivoluzionario di Teheran ha condannato la fumettista Atena Farghadani a sei anni di carcere per "propaganda contro la Repubblica islamica" e "insulto al sacro" per aver tentato di affiggere per strada un manifesto critico nei confronti del governo.
Ora è toccato al politico ed ex viceministro dell'Interno, Mostafa Tajzadeh, figura di spicco del campo riformista della Repubblica islamica, appena accusato di "propaganda" contro lo Stato. Tajzadeh, incarcerato da luglio 2022 nella prigione di Evin a Teheran, è stato parte del gabinetto di governo sotto la presidenza di Mohammad Khatami, un riformista che ha guidato un riavvicinamento con l'Occidente tra il 1997 e il 2005. Tajzadeh è stato condannato a cinque anni di prigione nell'ottobre 2022 con l'accusa di "complotto contro la sicurezza dello Stato", tra le altre cose, aveva fatto sapere all'epoca il suo avvocato.
Il quotidiano riformista Hammihan ha riferito oggi che sono state presentate nuove accuse contro Tajzadeh, tra cui di nuovo quella di "complotto contro la sicurezza dello Stato" e "propaganda contro la Repubblica islamica". Aveva già trascorso un totale di sette anni dietro le sbarre, essendo stato arrestato nel 2009 insieme ad altri leader riformisti in seguito alla rielezione del falco Mahmoud Ahmadinejad in un voto contestato dall'opposizione. Tajzadeh, un commentatore schietto della politica nazionale tramite i canali dei social media gestiti dai suoi parenti, ha affermato in una lettera "che non comparirà in tribunale" nel nuovo caso, sempre secondo Hammihan. Tajzadeh rischia ora altri sei anni di carcere.