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Un uomo accusato di spionaggio per la Cia in Iran è stato condannato a morte.
Lo ha annunciato ai media locali la magistratura di Teheran. Il detenuto, identificato in Amir Rahimour, sarà giustiziato «presto», ha dichiarato il portavoce della magistratura, Gholamhosein Esmaili, in una conferenza stampa.
Secondo l’accusa Rahimour aveva ricevuto «significative somme di denaro» dagli Stati Uniti in cambio della trasmissione alla Cia di informazioni sul programma nucleare iraniano.
La sentenza di pena capitale è definitiva in quanto è stata confermata dalla Corte suprema iraniana che ha respinto i flebili appelli della difesa. «Gli Stati Uniti usano costantemente lo spionaggio come mezzo per infliggere colpi all’Iran», ha detto il portavoce che ha dichiarato che l’intelligence iraniana ha scoperto numerose spie che lavoravano sotto copertura per l’America e per Israele.
Inoltre, ha rivelato che altri due iraniani sono stati recentemente arrestati e accusati di attività di spionaggio sfruttando le loro funzioni nelle organizzazioni di beneficenza.
I due, che il portavoce non ha identificato, sono stati condannati in primo grado a dieci anni di carcere sempre per spionaggio e altri cinque anni per aver agito contro la sicurezza nazionale. Non si conosce ancora la loro nazionalità.
Lo scorso luglio, l’intelligence iraniana aveva annunciato la stesura di un rapporto e di aver arrestato 17 iraniani accusati di lavorare come spie per la Cia e che alcuni di loro erano già stati condannati a morte o a lunghe pene detentive.
In quel caso il presidente Trump aveva commentato così la notizia su Twitter: «ll rapporto dell'Iran che ha portato alla cattura di presunte spie della Cia è totalmente falso. Zero verità».