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L'Iran«non metterà le mani sull'arma nucleare», ha assicurato ieri il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che ha aggiunto: «Speriamo che possa comportarsi come uno Stato normale» ma noi «vogliamo mettere in sicurezza gli Stati Uniti e stabilizzare la regione mediorientale».
Non meno dure le parole di Teheran rivolte all’America: «Se le truppe statunitensi non lasciano la nostra regione volontariamente e in posizione verticale, faremo qualcosa per portare fuori i loro corpi in orizzontale». Secondo l’agenzia di stampa semi- ufficiale Tasnim. L’Iran ha elaborato 13 piani di vendetta per l’omicidio del generale Soleimani. La novità rispetto al passato è che secondo il New York Times la guida suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, vuole mettere il sigillo iraniano sulla rappresaglia per l’uccisione da parte degli Stati Uniti del generale Qassem Soleimani. Khamenei avrebbe preso parte a una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, dove avrebbe indicato che deve essere un attacco diretto e proporzionato agli interessi americani, apertamente condotto dalle stesse forze iraniane, a differenza della strategia solitamente usata di “nascondersi” dietro alle azioni di forze alleate.
Come si vede la tensione nella regione non fa che salire. Intanto la sepoltura del generale Soleimani è stata rinviata a causa dei cinquanta morti e centinaia di feriti che sono stati generati dalla calca alla sua cerimonia funebre.
Il cuore del ciclone è però in Iraq, dove americani e alleati e filo- iraniani condividono lo stesso territorio.
I tweet di Trump non fanno che accrescere la confusione. Il Parlamento di Baghdad ha votato per il ritiro degli americani dal Paese, ed è partita una successione di conferme e smentite che fanno pensare a un braccio di ferro in corso tra presidente e Pentagono. Stessa cosa che accade sull’Iran, dopo che Trump ha annunciato di avere pronta una lista di 52 bersagli, compresi siti culturali. Su quest’ultimo punto è scattata l’indignazione, perché si tratta di un crimine di guerra e contro l’umanità, ma Trump ha insistito chiedendo perché non potrebbe farlo visto quello che fa l’Iran. In questa confusione l’Italia e altri Paesi occidentali hanno iniziato a prendere misure prudenziali nei confronti dei loro soldati in Iraq: la Croazia li ha ritirati, la Germania li ha evacuati dall’Iraq settentrionale, l’Italia ha smentito il ritiro ma li ha ridislocati in aree più sicure ( e più lontane dagli americani) sospendendo temporaneamente le attività di addestramento.